Basterà la ricetta e pagare il ticket. Fino al 31 dicembre il Marrelli Hospital erogherà tutte le prestazioni di cui è accreditato a ciascun paziente che ne farà richiesta.
Una provocazione, una nuova forma di protesta attuata dalla clinica crotonese, alle prese con una forte crisi finanziaria dovuta all’esaurimento del budget, ma anche al mancato rimborso delle prestazioni di diagnostica erogate da gennaio a giugno: circa 6000 tra tac e risonanze di cui 5000 non coperte dal servizio sanitario regionale, per una perdita certa di oltre 1 milione di euro.
E per fare in modo che le maestranze del Marrelli Hospital possano contare su emolumenti sufficienti, il resto dei collaboratori del Gruppo (246 per l’esattezza) ha deciso di tagliarsi lo stipendio per evitare che più di cento tra infermieri, amministrativi, operatori sanitari ed anche medici, perdano il posto di lavoro.
Non era mai successo prima d’ora in Calabria. A questo si aggiunge, anche il gesto dei medici della struttura che hanno deciso, fino a fine anno, di lavorare e percepire solo un rimborso spese. Anche i principali fornitori della struttura contribuiranno a questa solidarietà spostando i pagamenti delle loro spettanze.
Il Presidente del Gruppo, il medico imprenditore Massimo Marrelli, davanti alle organizzazioni sindacali e alla presenza di alcuni rappresentanti degli enti locali, ha voluto ringraziare i collaboratori. “E’ il loro un atto di coraggio, forte, unico, che spero possa sensibilizzare le coscienze di tutto il territorio crotonese – ha affermato Marrelli – perché non difendono solo un posto di lavoro, ma anche la dignità e il rispetto che si deve al Sud, alla Calabria e a Crotone in particolare”.
Martedì 16 ottobre la proprietà sarà al tavolo convocato dal ministero dello sviluppo economico per affrontare la crisi in cui si trova l’intero gruppo aziendale. Sarà quella l’occasione per smentire alcuni numeri evidenziati dal Commissario Scura e dimostrare che nel corso degli ultimi tre anni non c’è stata pari dignità, come per le altre cliniche accreditate in Calabria.
“Abbiamo bisogno di sapere dal 2 gennaio prossimo cosa si vuol fare della mia clinica – ha aggiunto Massimo Marrelli – metterla nelle condizioni di produrre prestazioni sanitarie di alta complessità per la salute dei calabresi ovvero asfissiarla come si sta facendo dal 2015. Nel secondo caso, ahimé, saremo costretti a prendere decisioni finali”.