Una vera e propria “mafia dei boschi controlla gli incendi in Calabria”. Dopo tre giorni di “codice rosso” per diversi roghi che si sono sviluppati in diverse zone della Calabria, la denuncia arriva dal capo della Protezione civile calabrese, Carlo Tansi. In un’intervista all’Agi, Tansi ha affermato: “Ci sono 16 roghi ancora attivi, in tutta la Calabria, ma sono tutti sotto controllo”. Solo in provincia di Cosenza si registrano oggi focolai a Guardia Piemontese, attivo da due giorni, Tortora, Papasidero, Scalea, Firmo e Serra d’Aiello. Grossi incendi si sono registrati fino a ieri a Catanzaro e l’altro ieri le fiamme hanno minacciato alcune abitazioni alla periferia di Crotone ed in provincia. Una situazione paradossale, se considerata alla luce del fatto che le temperature hanno fatto registrare in tutta la regione un brusco calo. “Per fortuna la nostra migliore organizzazione fa sì che in massimo due giorni controlliamo anche incendi di vaste proporzioni – dice Tansi – siamo riusciti a far diminuire la persistenza dei roghi, che, lo ribadisco, sono tutti di origine dolosa: le fiamme vengono appiccate all’imbrunire perché di notte i mezzi aerei non possono volare e le squadre di terra hanno più difficoltà di movimento. Poi il vento, che sta soffiando forte, dà una mano. Ormai è chiaro, grazie al lavoro delle procure, che esiste una vera e proprio mafia dei boschi – sottolinea Tansi – che controlla gli incendi per mettere le mani sul legname e rivenderlo come biomassa”. “Ad ogni incendio, entro un anno, corrisponde un’operazione di bonifica che va fatta per legge – conclude Tansi – e vorrei ricordare che gli alberi bruciano alla base, il resto rimane intatto ed è ottimo come biomassa. Un terreno di decine di ettari, con alberi non fruttuosi, ma che per legge non puoi tagliare, rende così diverse centinaia di migliaia di euro”.