Oltre 100 terreni agricoli, manufatti e fabbricati, che insistono negli alvei dei fiumi e nelle fasce di rispetto delle aree a rischio idrogeologico, sono stati sequestrati da 130 carabinieri forestali del Gruppo di Cosenza e carabinieri del comando provinciale, con il supporto del VIII Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia. I militari hanno eseguito un decreto di sequestro d’urgenza emesso dalla Procura della Repubblica di Castrovillari. L’operazione scaturisce dall’alluvione del 2015 che ha interessato i Comuni di Corigliano e Rossano. Sono 195 gli indagati tra appartenenti alla pubblica amministrazione, imprenditori edili e privati cittadini. I dettagli dell’operazione, denominata “Flumen Luto”, saranno illustrati dal Procuratore Capo della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla e dal Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Catanzaro Otello Lupacchini, durante una conferenza stampa che si terra’ nella sede del Gruppo Carabinieri Forestale, Piazza XI settembre, a Cosenza. Il 12 agosto 2015 una violenta alluvione colpì la Calabria jonica, tra Corigliano e Rossano, proprio nella zona indicata dalla protezione civile con “criticità rossa”, che significa “grave pericolo per la pubblica incolumità/possibili perdite di vite umane“. La pioggia, caduta torrenziale provocò l’allagamento di case e strade, trascinando le auto in sosta e facendole ammassare nella zona del lungomare Sant’Angelo. Vigili del fuoco, forze dell’ordine, tecnici del Comune e della Protezione civile lavorarono per giorni al fine di far tornare i luoghi in condizioni normali. Sul lungomare e in alcune contrade di Rossano le persone rimasero intrappolate in casa. Il traffico ferroviario e stradale rimase completamente paralizzato. Oggi si apprende che molti di quei problemi sono la conseguenza dell’agire umano. Violento, indicibile, soprattutto illegittimo.