Di corto muso, come la Juve di Allegri. Il Crotone mette in archivio la ventunesima vittoria contro il Taranto e si fa bastare il gol di Carlo Crialese (al suo primo centro stagionale) che riprende la respinta della traversa dopo una fucilata su punizione di Chiricò. Tutto all’alba della partita, situazione che a molti ha fatto sperare in una partita facile, da controllare e chiudere il prima possibile e poi magari far fare un po’ di minutaggio a chi ne aveva fatto di meno. Golemic e compagni giocano un bel primo tempo, soffrono poco (solo una vera parata di Branduani) ma non danno respiro agli uomini di Capuano che si trovano a mal partito sul controllo palla dei crotonesi, spesso quello di D’Errico, fine dicitore di calcio in salsa crotonese. I torti dei crotonese, nel giorno del centenario ma senza festa (quella ci sarà in occasione dei playoff) sono quelli di non aver lucchettato la partita con un altro gol al punto che la seconda parte del secondo tempo è diventato una sofferenza. Sia per la pressione tarantina che ad un certo punto si è presentato nell’area anche con 4 attaccanti, sia perchè Chiricò e D’Errico sono stati capaci di mandare oltre la curva del benzinaio due limpide palle gol. Vero anche che dalle parti di Branduani il traffico era simile al primo giovedì del mese sotto la Margherita in occasione della fiera mentre è altrettanto vero che dall’altra parte la densità di attaccanti nell’area di rigore tarantina era davvero poca, anzi molto diluita. Zauli lo ha riconosciuto a fine gara ma lo ha giustificato dal fatto che tra Petriccione, D’Errico e Chiricò il pallone spesso ce l’hanno loro e non gli avversari e gli esterni non sempre entrano nell’area lasciando il povero Guido Gomez a predicare nel deserto. Comunque vittoria doveva essere e vittoria è stata con una punta di tristezza quando i capitani Golemic e Formiconi hanniìo letto i nomi dei minori scomparsi nel naufragio di Cutro.