Il primo Pronto soccorso Rosa nato in Calabria, a Lamezia Terme, nel 2015 si illumina di arancio. L’Aidm, Associazione nazionale italiana donne medico, e l’associazione Senza Nodi, è scritto in una nota, “saranno insieme per ribadire la necessità che le donne siano assistite, protette e curate”. “Per noi – dice Nadia Donato presidente di Senza Nodi – la lotta ad ogni forma di violenza è un impegno quotidiano che portiamo avanti da anni. Siamo convinte che 108 donne uccise dall’inizio dell’anno siano il segno di una situazione inaccettabile e che nulla è superfluo quando si tenta di attirare l’attenzione su di un dramma come quello della violenza. Si devono raggiungere tutti ad ogni età e in ogni luogo, perché la violenza si annida ovunque e spesso è strumento di chi meno te lo aspetti. La scuola e la famiglia sono i luoghi principali dove continuare a ‘lavorare’ con forza, perché l’educazione è fondamentale”. Il pronto soccorso illuminato di arancione dell’ospedale lametino è stata un’idea comune alle due associazioni e a loro con entusiasmo si è aggiunta tutta la parte direzionale rappresentata dal direttore sanitario Antonio Gallucci e dalla dottoressa Marasco. “Abbiamo recepito la normativa di legge – ha detto Gallucci – e ci siamo attivati perché l’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia potesse avere in pronto soccorso un’area specifica dove le donne vittime di violenza potessero essere accolte”. L’associazione Donne Medico a Lamezia Terme, presente con le dottoresse Raffaela Renne presidente, Renata Tropea, Caterina Ermio, Carol Pileggi e Rosamaria La Gamba, ha sempre dato un grande contributo sociale e professionale. “Le iniziative che abbiamo realizzato in questo anno sono tante e spesso le abbiamo indirizzate alla tutela della donna e alla medicina di genere” ha detto la Renne. Responsabile del pronto soccorso Rosa è Renata Tropea. “Sono un medico di pronto soccorso – ha detto – e conosco bene le problematiche dell’emergenza. Nel pronto soccorso lametino interviene personale formato perché è necessario sapere leggere le paure e le difficoltà di una donna che tante volte è accompagnata dal suo carnefice, pertanto, non ha il coraggio di dire cosa realmente è accaduto”.