Ci sono moltissime differenze tra Nord e Sud Italia nella possibilita’ di accesso allo screening: 71,6 per cento al settentrione e solo il 7 per cento nel meridione. E’ l’allarme lanciato dalla Societa’ Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva (Sige) in una nota. Il carcinoma colo-rettale costituisce la seconda causa di morte per tumore in soggetti di sesso maschile e la terza nelle donne. In Italia, ogni anno, si registrano 40 nuovi casi ogni centomila abitanti. Eppure, nonostante questi numeri apparentemente inquietanti, il carcinoma colo-rettale e’ tra le forme di neoplasia piu’ facilmente prevenibili e gestibili. Infatti, poiche’ l’evoluzione a partire da forme benigne (i comuni “polipi”) a forme maligne evolute e’ molto lenta (mediamente 7 anni), strategie di screening atte a individuare precocemente i polipi prima che questi cancerizzino risultano estremamente efficaci. Lo screening del tumore del colon-retto puo’ avvenire con due modalita’: la ricerca del sangue occulto e la sigmoidoscopia flessibile. Esistono però queste forti differenze inter-regionali in Italia. Disparità generate da una mancanza di attenzione da parte delle istituzioni che inevitabilmente nei prossimi anni farà incrementare il tasso di decessi per neoplasia del colon tra regioni italiane, a meno di non correre quanto prima ai ripari”.