Nell’attuale panorama della moda, la sostenibilità è più di una tendenza: è una necessità. Con l’industria del fashion sotto esame per il suo impatto ambientale, l’utilizzo di materiali riciclati e tecniche innovative si impone come punto cruciale per un futuro più responsabile. La moda non è solo estetica, ma diventa un mezzo per trasmettere valori etici e un impegno verso un mondo più sostenibile.
Questo è il messaggio che Ludovica Gualtieri ha voluto portare al prestigioso evento cinematografico di Venezia e Roma a seguire, dimostrando che anche nel lusso si può e si deve fare la differenza. Alla 81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia organizzata dalla Biennale e diretta da Alberto Barbera e per la diciannovesima edizione della Festa del Cinema di Roma, Ludovica Gualtieri ha presentato due capolavori di alta moda dal titolo Deconstructed Dream.
Questi abiti iconici, frutto di un sapiente lavoro di design e riflessione, non sono solo un simbolo di creatività, ma un esempio concreto di sostenibilità. Realizzati interamente con scarti di tulle certificati OEKO-TEX Standard, gli abiti rappresentano un perfetto equilibrio tra estetica e innovazione, in collaborazione con la storica azienda ST-Milano, leader nel settore dal 1956. Fondata dalla famiglia Tosana, ST-Milano è la prima azienda italiana certificata OEKO-TEX Classe 1 e 100% Formaldeide Free, confermando il suo ruolo pionieristico nell’industria tessile. “Quando ho conosciuto Sergio Tosana, titolare dell’azienda,” racconta Ludovica Gualtieri, “mi ha detto che insieme potevamo fare la differenza quando la bellezza sposa l’etica e l’innovazione. Il giorno dopo stavamo già lavorando per i Red Carpet”.
Deconstructed Dream, oltre ad essere una meraviglia di capolavori sartoriali, è il frutto di una profonda introspezione della stilista. Dopo il successo della sua ultima collezione di Haute Couture, realizzata anch’essa con materiali di scarto, Ludovica è stata contattata per creare due abiti per la Mostra di Venezia e Roma. “Abbiamo dato particolare attenzione al concetto del sogno, e al suo significato. Mi sono chiesta se un sogno potesse essere decostruito e cosa significasse davvero sognare oggi, per noi della nuova generazione e per chi verrà dopo di noi”. Gli abiti, con il loro drappeggio fluido e imperfetto, vogliono rappresentare proprio questo: la bellezza che si cela nell’imperfezione, un tributo alla nostra natura fatta di errori, esperienze e desideri. A coronare questo progetto visionario è stata la scrittrice Rebecca Bessi, che ha scelto di indossare i due abiti su misura dal titolo Deconstructed Dream durante la Mostra Internazionale di Venezia e Roma.
Figura di spicco nel mondo della cultura e dell’arte, Rebecca ha subito riconosciuto in quelle proposte sartoriali qualcosa che andava oltre la semplice estetica. “Quando ho letto il concept dietro quegli abiti, me ne sono innamorata. Mi rappresenta molto”, ha dichiarato l’autrice, sottolineando il profondo legame tra gli abiti e il concetto di sogno, che per lei rappresenta un elemento chiave nella vita e nella carriera. “Credo che non dovremmo mai smettere di sognare. Solo così raggiungiamo davvero i nostri obiettivi. Nel 2025 avrò l’onore di affiancare figure professionali di spicco nella Cultura Italiana per un nuovo progetto tra arte e cultura, dove ‘il sogno’ continuerà a essere il nostro protagonista”. Con Deconstructed Dream, Ludovica Gualtieri non solo porta in scena un concetto sartoriale di alta moda, ma fa un’affermazione potente: il futuro del lusso è sostenibile, etico e, soprattutto, autentico. La moda può essere un mezzo per sognare, ma anche per cambiare il mondo.