Si è conclusa a Squillace la seconda edizione di Innesti Contemporanei, il festival di teatro e arte contemporanea ideato e diretto da Nastro di Möbius con la direzione artistica e organizzativa di Saverio Tavano. Il borgo di Squillace per quattro giorni si è trasformato in un autentico teatro a cielo aperto: dieci spettacoli in cartellone che hanno visto passare le migliori eccellenze artistiche del sud Italia, da Tino Caspanello a Scena Verticale, da Teatro della Maruca, Nino Racco e Scena Nuda, ai siciliani Il Castello di Sancio Panza e la compagnia Retablo, workshop e due installazioni site specific. Il Festival è nato lo scorso anno grazie alla cooperazione e alla sinergia di Nastro di Möbius con due compagnie calabresi: Confine Incerto, diretta da Emanuela Bianchi e Giorgia Boccuzzi, e la compagnia Conimieiocchi diretta da Maria Grazia Bisurgi e Francesco Votano. Fare rete e cooperare, convogliare le energie di più compagnie per un unico scopo è stato anche quest’anno il punto di forza del Festival, nato con l’obiettivo non solo di crescita culturale e turistica di un luogo, ma di diventare un spazio ideale per gli artisti, una sorta di residenza creativa. Saverio Tavano ha ideato “Innesti“ partendo dalla parola “resilienza”, sostantivo che indica la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi, in psicologia la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà. “È interessante e necessario entrare in questo mood – commenta il direttore artistico – sviluppare qualcosa da quel poco che in Calabria abbiamo, per questo ho pensato di far nascere un Festival che non funga solo da contenitore di spettacoli in rassegna, ma che sia al contempo luogo di formazione, per chi ha voglia di imparare o semplicemente di mettersi in gioco, e spazio di residenza per gli artisti”. Nel suggestivo spazio della piccola Chiesa di Santa Maria della Pietà, risalente al XIII secolo, per l’evento, si è insediato “Innesti”, l’intervento site specific di arte visiva del duo Zingarello/ Pujia. La facciata dell’antica chiesetta gotica è stata interessata da innesti architettonici apportati nel corso del XIX secolo. Silvia Pujia e Maria Teresa Zingarello collaborano insieme dal 2010 e incentrano la loro ricerca sulla relazione tra uomo e spazio urbano. “Innesti”, che su richiesta del Comune di Squillace rimarrà ancora aperta al pubblico, intende far emergere integrazioni già insite nel luogo sottolineandole nel loro essere veicolo di luce. Le monofore sono state infatti impiantate in una successiva fase di ridefinizione d’uso della struttura, qui interpretate come vuoti innestati in un blocco di costruito. Gli attraversamenti di queste fessure, materializzati in fasci di luce, si diffondono nello spazio dando risalto ai vuoti. Il Castello Normanno, invece, è stato fonte di ispirazione per Studiolo Laps con la performance sonora “Gli echi nelle rovine” di Alessandro Rizzo e Mario Lino Stancati di Studiolo Laps, etichetta indipendente impegnata, dal 2010, a distribuire e sostenere opere e progetti di musica sperimentale. La performance sonora site specific nasce da un chiaro desiderio di ricerca, teso ad indagare e sperimentare le possibili metodologie esecutive e ricettive inerenti alla ripresa e al processamento dal vivo delle eventualità sonore di un determinato e particolare ambiente fisico. Interagire in modo creativo con gli input imprevedibili ricevuti dall’esterno, modificarli e alterarli per trasfigurarli in qualcosa di assolutamente originale, unico, attuale e, proprio per ciò, irripetibile. Innesti Contemporanei dà appuntamento alla prossima edizione con l’intento di ampliare le sue prospettive anche sul territorio nazionale.