“In una visione di valorizzazione delle enormi potenzialità dell’area centrale senza il cui impulso economico, sociale ed istituzionale – afferma il capogruppo di Calabria in rete, Flora Sculco – la Calabria rischia di non affrancarsi dalle penalizzanti suggestioni centrifughe e dallo sterile campanilismo storico che non le consentono di presentarsi sui tavoli nazionali ed europei come un sistema coeso con ben definiti punti di forza e con una strategia organica che permetta l’utilizzazione produttiva delle risorse pubbliche, la richiesta di una seconda ‘Zona economica speciale’ avanzata dai sindaci di Catanzaro, Crotone e Lamezia Terme va condivisa. E soprattutto presa in serissima considerazione, con la rapidità che la gravità della situazione esige. In assenza di una visione di sviluppo della Calabria che vogliamo, e con sullo sfondo una situazione generale di acutissima difficoltà sociale che andrebbe analizzata con più attenzione e responsabilità – prosegue Flora Sculco – si riscontrano, al Nord della regione, un dinamismo di vario segno che, peraltro, vedrà presto con l’unione di Corigliano e Rossano, la nascita della terza città più popolosa; a Sud, benché i problemi non manchino, i fermenti della città metropolitana e le interlocuzioni fra le città dello Stretto, mentre l’area centrale arranca e pare non essere in grado neppure di mettere in rete le importanti infrastrutture materiali e immateriali a sua disposizione. E’ urgente, pertanto, dinanzi ad un contesto generale fortemente scosso da emergenze vecchie e nuove, osservare e cogliere i cambiamenti in atto ed iniziare a studiare le soluzioni adeguate per dare le risposte che la Calabria attende e che, però, non possono essere assunte a tentoni, casualmente o peggio assecondando le istanze localistiche e senza uno schema complessivo dello sviluppo. Nel contempo, tuttavia – evidenzia l’esponente politico – mentre è da apprezzare la sensibilità dei sindaci delle tre città ‘di fare squadra’ iniziando dalla richiesta di una seconda Zes prevista dal Decreto Sud che consentirebbe di rafforzare l’area centrale ormai ‘in sonno’ da troppo lungo tempo, è auspicabile un rapido cambio di passo da parte della leadership politica regionale. Fin qui la legislatura regionale è andata avanti con lentezza, collezionando molti errori di valutazione e di metodo. L’occasione del giro di boa con alle spalle metà del percorso della legislatura è da prendere con estrema ponderazione. Si tratta di scegliere tra cambiare registro o insistere in quello sperimentato, ben sapendo che gli esiti, nel secondo caso, sarebbero disastrosi, sia per chi nel 2014 si è presentato all’elettorato con la promessa di un rinnovamento sostanziale sia per la credibilità delle stesse istituzioni regionali verso cui la sfiducia dei cittadini è cresciuta a dismisura. Dinanzi alla proposta di Catanzaro, Crotone e Lamezia che, sommessamente ma con determinazione, indicano le potenzialità su cui far leva per realizzare crescita e sviluppo – a partire dal Polo direzionale di Catanzaro, il porto di Crotone, l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, i grandi spazi destinati alle attività produttive che bramano investimenti nazionali e internazionali – la Regione e il Governo hanno il dovere di non girarsi dall’altra parte. E’ in gioco il futuro delle popolazioni dell’area baricentrica ma insieme quello dell’intera Calabria che non può più tollerare distrazioni e ritardi. Il tempo dell’attesa è concluso, è l’ora di agire bene e senza esitazione”.