“Occorre prestare attenzione al rischio di declassamento per una varietà-simbolo del Sud, la Carolea, e per oli di assoluta qualità che non potrebbero più vantare la denominazione di extravergine di oliva a causa dello sforamento del nuovo limite relativo all’acido grasso eptadecenoico, inserito nel Regolamento 1830/2015 che modifica il regolamento (CEE) n. 2568/91 e riguardante le caratteristiche degli oli d’oliva e degli oli di sansa d’oliva nonché ai metodi ad essi attinenti”.
Lo sostiene la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco che aggiunge: “E’ urgente intervenire con la necessaria determinazione a Bruxelles. Dinanzi a un rischio grave che l’economia calabrese corre e che interessa 30mila aziende, serve una reazione forte che coinvolga anche la delegazione europarlamentare meridionale”.
Conclude la consigliera regionale: “I produttori calabresi lamentano che gli oli ottenuti dalla varietà Carolea presentano valori dell’acido eptadecenoico fino a 0,38%, superiori al limite massimo di 0.30% previsto dal regolamento comunitario per la definizione di olio extravergine di oliva e che, per tale minimo scostamento, gli oli in questione, pur in possesso di tutti gli altri requisiti richiesti e anche se rappresentativi della migliore produzione olearia nazionale, non potrebbero essere classificati come extravergine. Mentre il Governo col Masteplan si sforza di organizzare linee di intervento e risorse, sarebbe davvero una beffa se, nello stesso tempo, l’Europa si dimostrasse disattenta e addirittura ostile attraverso un provvedimento che penalizza eccellenze e settori su cui il Mezzogiorno italiano fa affidamento per invertire la tendenza al declino”.