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Dicembre,16,2025

SANT’ANNA: IL TAR DÀ RAGIONE ALLA CLINICA

“Ancora una volta, è la terza volta in pochi mesi, i giudici del Tar Calabria annullano un provvedimento dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro ritenuto evidentemente illegittimo”. Lo afferma Gianni Parisi, presidente del Cda Villa S.Anna SpA. “Il nostro legale di fiducia Alfredo Gualtieri – aggiunge – ci ha informato che il Tar Calabria spiega con dovizia di particolari, i motivi per i quali la deliberazione del 13/04/2021 – a firma dei Commissari Straordinari Gullì, Musolino, Latella e dei direttori amministrativo Marchitelli e sanitario Lazzaro – è da ritenersi non legittima. La delibera annullata è quella con la quale l’Asp ha deciso di non contrattualizzare il S. Anna Hospital adducendo come motivazione l’indagine penale ‘Cuore matto’ e la mancanza di accreditamento per l’anno 2020. Circostanze queste, puntualmente ‘smontate’ dalla domanda cautelare proposta dall’avv. Alfredo Gualtieri ed accolta dal Tar. Le ragioni da noi sempre sostenute trovano adesso ripetuta ‘grazia’ presso il Tribunale amministrativo regionale della Calabria. Ora attendiamo che l’Asp proceda tempestivamente alla soluzione della problematica per l’anno 2020, che come è facilmente comprensibile ha creato e continua a creare grave danno e pregiudizio a Villa S. Anna SpA, ai suoi dipendenti, ai collaboratori oltre che pregiudicare i livelli di assistenza sanitaria per i tanti pazienti che a causa di un prolungato atteggiamento ostativo dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro non riescono a curarsi. Le istanze del S. Anna –aggiunge Parisi- meritino maggiore attenzione presso gli uffici Asp e perciò attendiamo che i responsabili provvedano nel giro di pochissimi giorni a contrattualizzare la struttura anche per il 2021. “E’ appena il caso di sottolineare – aggiunge Parisi – come da tali atteggiamenti derivino: un danno economico per Villa S. Anna; ‘danno erariale’ per le casse del Servizio sanitario regionale; danni morali ed economici incalcolabili per le centinaia di pazienti costretti a trasferirsi, fuori sede per ricevere i trattamenti sanitari che la struttura non ha potuto rendere; danni morali ed economici per centinaia di dipendenti e medici che, posti in cassa integrazione, non hanno potuto rimborsare rate di mutuo, prestiti e in alcuni casi hanno dovuto rinunciare a progetti di vita”.

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