L’ex sindaco di Crotone Ugo Pugliese, gli ex assessori comunali Giuseppe Frisenda e Salvatore De Luca, ed i rappresentanti del consorzio Daippo, Daniele Paonessa ed Emilio Ape, imputati di abuso d’ufficio e turbativa d’asta per l’assegnazione della gestione della piscina olimpionica, sono stati assolti dal Tribunale di Crotone sia dal reato di peculato distrattivo che da quello di turbativa d’asta riconoscendo che il fatto non sussiste.
Sono stati invece condannati per falso ideologico e peculato distrattivo gli ex dirigenti comunali Gianfranco De Martino (4 anni e 10 mesi) e Giuseppe Germinara (1 anno 9 mesi e 10 giorni).
Il processo era nato in seguito all’indagine avviata nel 2019 dalla Procura della Repubblica di Crotone, indagini che portarono il sindaco Pugliese a rassegnare le dimissioni provocando lo scioglimento del Consiglio comunale e l’avvento del commissario straordinario.
Tutti gli imputati, tranne Germinara, erano accusati del reato di turbativa d’asta ed abuso d’ufficio per aver concluso illecitamente un accordo che affidava, temporaneamente, la piscina ai privati del consorzio Daippo senza gara.
Pugliese, Germinara e De Martino erano accusati anche di abuso d’ufficio per aver lasciato l’impianto in gestione al consorzio anche dopo la scadenza della convenzione, senza pretendere il pagamento delle utenze che in quel momento ammontavano ad oltre un milione di euro.
Nel corso del processo il Parlamento ha cancellato il reato di abuso d’ufficio. Per questo, durante l’udienza svoltasi stamane, il pm Alessandro Rho, aveva chiesto di derubricare il reato di abuso d’ufficio con quello di peculato distrattivo, ovvero l’utilizzo di soldi dell’ente per scopi diversi da quelli previsti, reato per il quale il Tribunale, presieduto dal giudice Elvezia Cordasco, ha riconosciuto la responsabilità degli ex dirigenti De Martino e Germinara, firmatari di diverse determina atte ad autorizzare il pagamento delle utenze.
I rappresentanti del consorzio Daippo, Daniele Paonessa ed Emilio Ape, imputati di abuso d’ufficio e turbativa d’asta per l’assegnazione della gestione della piscina olimpionica, sono stati assolti, decisione motivata dal fatto che, come ha spiegato l’avvocato Francesco Verri, difensore del Consorzio affidatario ” La turbativa d’asta (tecnicamente: turbata libertà del procedimento di scelta del contraente) non era reato, nei casi di affidamento diretto, già nel 2018, quando furono assunte le delibere contestate. Quell’orientamento si è poi consolidato ancora e quindi il Tribunale ha assolto tutti gli imputati nonostante il pubblico ministero abbia insistito anche oggi per la condanna.
Sull’altro reato, l’abuso d’ufficio, quest’estate è caduta la scure dell’ abrogazione. Ma la Corte dei Conti aveva già escluso il danno del Comune e dunque, a mio giudizio – conclude l’avvocato Verri- il fatto non solo non è più previsto dalla legge come reato ma non sussiste. Naturalmente, la soddisfazione è massima”