11 C
Crotone
Dicembre,5,2025

Ponte sullo Sretto. Arriva un altro stop della Corte dei Conti che chiede ulteriori chiarimenti

Continua ad essere sempre più una corsa ad ostacoli l’iter per il via libera alla realizzazione del ponte sullo Stretto. La Corte dei Conti ha infatti considerato non sufficienti le integrazioni fornite dalla società Webuild guidata da Pietro Ciucci, decidendo così di rivolgersi all’organo collegiale della stessa Corte che, entro il 7 novembre, deciderà della sorte di una delle grandi opere più costose e contestate della storia recente. Tante le criticità segnalate dai giudici contabili che, chiamati a decidere sulla delibera del Cipess dell’agosto scorso, hanno nuovamente mosso rilievi sul versante procedurale, sul progetto definitivo e sulla conformità con le regole europee rispetto alle direttive ambientali ed economiche. Tra i punti maggiormente dolenti resta la reviviscenza del contratto, firmato ai tempi del governo Berlusconi e resuscitato (assieme alla Stretto di Messina spa) su iniziativa del governo Meloni. I giudici contabili temono infatti che i 13,5 miliardi necessari a costruire l’opera sfondino il tetto massimo d’aumento (fissato dalle regole europee sotto il 50% del totale) per evitare una nuova gara d’appalto: nonostante le integrazioni fornite dalla Stretto di Messina infatti, per i giudici contabili «permangono dubbi in ordine alla conformità della complessiva operazione alle menzionate disposizioni e ai principi di derivazione eurounitaria, segnatamente quello di concorrenza». A complicare i piani del ministro Salvini primo sponsor per la costruzione del ponte c’è la grana della relazione Iropi (Motivi imperativi di rilevante interesse pubblico), utilizzata dal governo per nascondere sotto il tappeto le criticità su Via (Valutazione di impatto ambientale) e Vinca (Valutazione di incidenza) evidenziate dall’Ue. Nella sostanza, per bypassare le falle sulle direttive comunitarie sul rispetto di vincoli ambientali, il governo ha legato il ponte a motivi imperativi di ordine pubblico, tagliando fuori di fatto le numerose incongruenze ambientali venute fuori dal progetto. Per la Corte infatti servono nuove verifiche sulla coerenza del progetto con la normativa Ue vigente. E ancora, dubbi sul dossier fornito, a cui mancherebbero documenti fondamentali, e sulla mancata richiesta del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti e del nucleo di consulenza per l’attuazione delle linee guida per la regolazione dei servizi di pubblica utilità. Il ministro Giorgetti minimizza: «Se ci sono delle cose da perfezione si perfezioneranno». Non l’ha presa bene invece il senatore messinese della Lega Nino Germanà: «La Corte dei conti dimostra un’ostilità senza precedenti». Il segretario confederale della Cgil Gismundo attacca: «Il governo dovrebbe ritirare il progetto e aprire un confronto vero sulle infrastrutturale in Calabria e Sicilia».

 

Notizie Oggi