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Crotone
Novembre,23,2024

OMICIDIO D'ARCA, CONCESSI I DOMICILIARI A CORTESE

Concessi gli arresti domiciliari a Giuseppe Cortese, 29 anni di Crotone, accusato insieme al nonno Francesco Pezziniti di concorso in omicidio per l’omicidio di Stefano D’Arca, 54 anni, ucciso con cinque colpi di pistola davanti al bar di Cortese in pieno centro a Crotone. A deciderlo il Tribunale del Riesame di Catanzaro. Nella notte tra il sette e l’otto marzo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, il cinquantaquattrenne D’arca avrebbe creato dei problemi all’interno del bar, con la discussione che sarebbe continuata al di fuori dell’attività commerciale, con il giovane Giuseppe Cortese, che lasciò il luogo del delitto per recarsi presso l’Hotel Concordia per prelevare una pistola e farvi ritorno dopo qualche minuto. Da qui la discussione sarebbe ripartita, con D’Arca che avrebbe sfidato il giovane a fare fuoco. Nella discussione subentrò Francesco Pezziniti, che avrebbe esploso i colpi mortali. La vittima è stata colpita al petto da cinque colpi di pistola, una calibro 7,65, mentre altri due sono andati a vuoto, con il decesso dichiarato all’arrivo dell’uomo in ospedale. Alle immagini di videosorveglianza mancano però le immagini del momento del delitto. Nelle ore successive al tragico delitto nel centro cittadino, Pezziniti e Cortese furono tradotti in carcere, poi la convalida dell’arresto per Cortese e i domiciliari per il nonno. Intanto il Questore Massimo Gambino ha deciso per un provvedimento di chiusura temporanea dei due esercizi pubblici interessati dall’omicidio: il Bar Moka e l’Hotel Concordia. “Come noto – spiega la stessa Questura – l’omicidio di D’Arca Stefano, ha destato un grave allarme sociale con ricadute negative sull’ordine e la sicurezza pubblica, sia per la virulenza dell’episodio che per la notorietà delle attività commerciali in cui è maturata la violenta morte. Per tali motivi, trattandosi di luoghi in cui insistono varie attività commerciali e dove si svolge la movida serale, il Questore di Crotone ha emesso un provvedimento di chiusura per 10 giorni del Bar Moka e dell’Hotel Concordia. In quest’ultimo, tra l’altro risultava nascosta l’arma utilizzata per l’efferato omicidio”.
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