Diecimila fedeli (il massimo previsto per la sicurezza dell’evento ndr) hanno partecipato nella Villa della Gioia, in uno dei giorni più importanti per Natuzza Evolo e Paravati, è partita la causa di beatificazione della mistica calabrese con la prima seduta pubblica del Tribunale ecclesiastico. Una celebrazione che ha visto la partecipazione di decine di vescovi, di centinaia di sacerdoti, di un gran numero di autorità civili, tra i quali anche il governatore della Calabria Mario Oliverio. Presenze importanti ed imponenti, con molti pellegrini che non sono riusciti ad accedere al sagrato dove si è svolta la celebrazione ecauristica. Una celebrazione prevista inizialmente nella basilica cattedrale di Mileto e che per motivi di sicurezza e al fine di consentire a tutti di assistere alle operazioni, si è svolta su disposizione del vescovo Luigi Renzo nella Villa della Gioia di Paravati. Nella sua omelia, monsignor Luigi Renzo, dopo aver ringraziato tutti i figli di Natuzza, viventi e non, i nipoti e i familiari diretti “per la testimonianza di silenziosa pazienza e di intimo riserbo finora dimostrato per tutto l’insieme”, ha poi voluto esprimere gratitudine al Signore “per il dono che ci ha fatto di Mamma Natuzza” e alla stessa mistica. Il presule ha ringraziato non solo “per la sua testimonianza di fede”, ma anche “per la cura e la premura che mi ha riservato soprattutto in questi ultimi mesi. Vi assicuro che oggi non sarei stato qui e non avremmo potuto aprire la causa senza il suo concreto ed avvertito aiuto. Stava per saltare tutto per alcune complicazioni che si erano frapposte a causa dell’intervento chirurgico che nei giorni scorsi ho dovuto sostenere a Bologna. Mi son visto quasi perduto quando alla fine di febbraio da Bologna mi chiesero nuovi esami clinici che comportavano tempi lunghi. Il tempo stringeva e non sapevo come fare. Ho chiesto a lei di aiutarmi a risolvere il problema, se non voleva che saltasse tutto. Devo riconoscere – ha aggiunto, interrotto dagli applausi – che non si è fatta pregare perché ho trovato tutte le porte aperte e la massima collaborazione. In una settimana ho fatto tutti gli esami grazie alla disponibilità dei medici di Vibo e di Catanzaro, a cui mi sono rivolto anche tramite amici. Ed eccomi qui, grazie al Signore ed a Mamma Natuzza”. Un momento importante “che coinvolge tutta la Chiesa in quanto la santità è prerogativa della Chiesa e non è mai un fatto privato. E noi siamo qui come Chiesa una, santa, cattolica e apostolica a rendere onore a Natuzza”. Lo stesso ha poi spiegato di aver avviato “con tutti i buoni auspici il processo e, conclusa la fase diocesana si passerà alla fase romana. Solo allora, quando arriverà il decreto del Papa di riconoscimento delle sue virtù eroiche – ha chiarito monsignor Renzo – potremo parlare della venerabilità della nostra mistica. Prima non è consentito alcun segno di pubblica venerabilità. Il farlo potrebbe essere rischioso per l’esito stesso della causa. Oggi quindi non dichiariamo Natuzza beata, ma poniamo i primi passi verso il traguardo”. A fine celebrazione si è insediato il Tribunale ecclesiastico chiamato a curare la prima fase del processo, composto dal postulatore don Enzo Gabrieli, dal giudice delegato don Francesco Vardè, dal notaio don Francesco Sicari, dal notaio aggiunto Francesco Reda e dal promotore di giustizia monsignor Saverio Di Bella, mentre il Giudice di diritto è lo stesso monsignor Luigi Renzo.
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