Occasione unica e privilegiata per conoscere l’arte di Maurits Cornelis Escher, uno dei geni del Novecento, ma anche per saggiare l’influenza che l’architettura e i paesaggi calabresi ebbero sulla sua parabola artistica. E’ quanto si propone, a Catanzaro, la mostra “Escher, la Calabria, Il Mito”, curata da Federico Giudiceandrea, tra i massimi esperti dell’artista olandese, e Domenico Piraina, direttore del Palazzo Reale e del settore Promozione culturale della Città di Milano, che aprirà i battenti il 20 novembre nel Complesso monumentale del San Giovanni. Attraverso un percorso di 86 opere – alcune delle quali mai esposte in Italia come Fuochi d’artificio (1933), Sogno e Senglea (1935) – l’esposizione, promossa dal Comune di Catanzaro con il Gruppo Arthemisia, il contributo della Regione Calabria e in collaborazione con la M.C. Escher Foundation – si ripropone di essere non solo specchio della vita e dei viaggi che Escher fece nel nostro Paese, ma anche di documentare l’influsso che il suo lavoro e le sue creazioni ebbero e continuano ad avere sulle generazioni successive. Nel Sud Italia e anche in alcuni borghi della Calabria che visitò dal 28 aprile del 1930, Escher, durante la sua permanenza in Italia dal 1922 al 1936, maturò buona parte di quelle idee e suggestioni che caratterizzeranno, nel segno della sintesi tra scienza e arte, la sua produzione e gli studi sulle forme che lo hanno reso unico nel suo genere. E nelle terre del Mediterraneo, così profondamente diverse da quelle dell’Europa del nord da dove lui proveniva, Escher colse aspetti come il sole e la luce del Sud, le architetture geometriche dei paesaggi, le costruzioni verticali sulle rocce, gli strapiombi sul mare, la stratificazione di culture antiche. Nel percorso della mostra ci saranno xilografie frutto del suo viaggio in Calabria come quelle dedicate a Morano, Pentedattilo e Rocca Imperiale (tutte del 1930) e le vedute di Scilla, Tropea, Santa Severina e Rossano del 1931. Luoghi e ricordi di Escher che, nella mostra, si potranno anche sfogliare attraverso un “touch screen” col diario del suo viaggio nel sud Italia. Il ricordo della Calabria, come del resto di tutta la nostra penisola, rimarrà indelebile nella mente e nelle opere future dell’artista tanto che in Dream del 1935 è ripresa la mantide religiosa che aveva disegnato a Pentedattilo cinque anni prima. “La Città di Catanzaro – commentano il sindaco Sergio Abramo e il vicesindaco, Ivan Cardamone, assessore comunale alla Cultura – è orgogliosa di poter ospitare questa grande mostra che accenderà per due mesi i riflettori sul capoluogo di regione riconosciuto quale punto di riferimento del panorama culturale in Calabria e al Sud. L’obiettivo che ha animato questa iniziativa, che ha visto mettere in moto una complessa macchina organizzativa con la sinergia di diversi soggetti pubblici e privati, è stato quello di proiettare la nostra città al centro dei più ampi circuiti culturali nazionali contribuendo a far parlare di Catanzaro in termini positivi. Un grande evento, dedicato ad un artista apprezzato in tutto il mondo, che siamo convinti potrà generare una forte ricaduta in termini di immagine, di indotto economico, di crescita e sviluppo culturale per il nostro territorio”. La mostra sarà visitabile fino al 20 gennaio.