Non si placa la rabbia per la morte del migrante maliano di 29 anni ucciso sabato sera da un colpo di fucile a San Calogero, vicino a Rosarno, tra la provincia di Vibo Valentia e quella di Reggio Calabria. L’unione sindacale di base (Usb), di cui il ragazzo era attivista, ha indetto una giornata di sciopero dei braccianti. Ieri sera, invece, nella tendopoli di San Ferdinando, dove la vittima viveva insieme agli altri due uomini rimasti feriti nella sparatoria, sono stati bruciati copertoni e rifiuti e gli abitanti non hanno lasciato avvicinare né i vigili del fuoco né le forze dell’ordine. La sparatoria è avvenuta sabato sera mentre la vittima e altri due uomini stavano recuperando delle lamiere abbandonate: “Siamo partiti a piedi dalla tendopoli e giunti sul posto avevamo fatto in tempo a recuperare tre lamiere quando qualcuno è arrivato a bordo di una Fiat Panda vecchio modello e ci ha sparato addosso”, ha raccontato uno dei due sopravvissuti, ferito alla gamba. I tre migranti sono stati soccorsi dal 118 ma il 29enne maliano, colpito alla testa, è morto nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Reggio Calabria.