48 ore settimanli, turni di 13 ore e pausa obbligatoria fra due turni in corsia
Cambiano gli orari dei medici negli ospedali. Dal mercoledì 25 novembre, le ore massime di lavoro settimanale saranno 48, con turni lunghi al massimo 13 ore e 11 ore di riposo minimo garantito. Il passaggio di consegne è avvenuto a seguito dell’applicazione di una norma risalente al 2003 ma mai applicata dal nostro Paese, che ora si è adeguato al resto d’Europa. La riduzione dei carichi di lavoro dovrebbe portare a un’assistenza migliore nei confronti dei pazienti, grazie a medici meno stressati dai turni. Molti ospedali, tuttavia, potrebbero trovarsi in difficoltà a causa delle difficoltà di organico imposte dal blocco del turn-over nelle assunzioni.
La situazione potrebbe risultare particolarmente drammatica in Regioni che si trovano a far fronte a piani di rientro finanziari. Si parla, in particolare, di Lazio, Campania, Molise e Calabria. In Italia, infatti, ci sono reparti che si reggono grazie a medici che lavorano per 60 ore a settimana e fanno turni di 18 ore consecutive, secondo quanto riferiscono i sindacati.
L’associazione di categoria degli ospedalieri Anaao, a tal proposito, sottolinea la necessità di almeno 4-5 mila medici in più per poter applicare correttamente e senza carenze di personale i nuovi orari in tutti gli ospedali. Le regole, in realtà, non sono nuove, visto che recepiscono una normativa europea risalente a oltre 12 anni fa. Il nostro Paese, però, aveva sempre inquadrato i medici come dirigenti, quindi senza obbligo di timbrare il cartellino e senza particolari vincoli di orario.
L’Unione Europea, però, ha notificato all’Italia una procedura di infrazione per questa interpretazione. Da qui l’entrata in vigore, prevista per mercoledì 25 novembre, della normativa che adegua il nostro Paese al resto dell’Ue. La legge prevede, inoltre, anche sanzioni per le Asl che non rispetteranno i nuovi orari di lavoro.