di Luigi Saporito e Salvatore Audia
Massimo Marrelli ci lasciava il 27 ottobre 2018. A tarda sera. Insieme a tre dei suoi collaboratori: Mario Cristofaro, Santo Bruno, Luigi Ennio Colacino. Sono passati tre anni. Un’assenza fisica, materiale, spirituale. Niente sorrisi, consigli, arrabbiature. Si sono fermati anche i sogni dell’uomo indomito, orgoglioso figlio di Crotone. Geniale. Tutti noi proviamo ogni giorno a riempire questo vuoto con i nostri ricordi ma i risultati non sono brillanti: il vuoto resta vuoto. Massimo Marrelli è stato per tutti una guida, un collega, un amico. Uno che non ha mai fatto mancare stimoli e consigli, pronto ad ascoltare e poi a decidere. Avendo sempre una soluzione per qualsiasi problema. Visionario, caparbio, capace di scalare vette quasi impossibili dove solo lui riusciva a capire prima di tutti e vedere proprio lassù, in cima, il successo e la realizzazione dei suoi sogni che poi erano i sogni di tutti. Oggi Massimo manca a tutti, principalmente alla sua famiglia, che ne ha raccolto il testimone; e spinge forte per consolidare quello che lui ha creato dal nulla. Appunto il lavoro, una religione per Massimo Marrelli. Quel lavoro in cui ha sempre creduto, quello sforzo incredibile che ha prodotto posti di lavoro in una terra arsa di occasioni. Tre anni senza. Ma sinceramente si sente ancora; a Sant’Andrea, in Via Gioacchino da Fiore. E qui a Passovecchio, dove ha fatto salpare la sua nave più cara, Calabrodental. Massimo è in ogni stanza, nei corridoi, agli angoli, sui muri, nelle nostre tasche, sugli smartphone. Ma soprattutto nella nostra mente, per un ricordo che non cancelleremo mai.