Riuscito il debutto della Cina su Marte: a meno di 24 ore dalla sonda emiratina Hope, anche la cinese Tianwen-1 è riuscita a inserirsi correttamente in orbita intorno al Pianeta Rosso, grazie a un’energica frenata eseguita accendendo il motore principale per 15 minuti. Lo conferma l’agenzia Xinhua, riportando una nota dell’Agenzia spaziale cinese (Cnsa). La Cina diventa così la sesta potenza a raggiungere Marte dopo Usa, ex Urss, Agenzia spaziale europea, India ed Emirati Arabi. La missione Tianwen-1 è composta anche da un lander e un rover che a maggio si poseranno sulla superficie del pianeta per studiarla con 13 strumenti. La missione Tianwen-1, il cui nome significa ‘ricerca della verità celeste’, era stata lanciata lo scorso 23 luglio approfittando della finestra temporale in cui Marte si trovava in posizione favorevole rispetto alla Terra (evento che si verifica ogni 26 mesi): per questo motivo Tianwen era partita a pochi giorni di distanza dalla sonda Hope degli Emirati Arabi e dalla missione Mars 2020 della Nasa (quest’ultima dovrebbe arrivare sul Pianeta Rosso il 18 febbraio). Quello di Tianwen-1 è il secondo lancio di un veicolo cinese diretto a Marte. Il primo risale al 2011: la sonda Yinghuo-1 andò perduta con il fallimento della missione russa Phobos-Grunt, che non riuscì a immettersi in orbita e rientrò poi nel Pacifico nel gennaio 2012. Questa volta la Cina ha dimostrato di aver acquisito le capacità necessarie per raggiungere Marte, ma non solo: è anche la prima potenza a dispiegare un orbiter, un lander e un rover in un’unica missione su Marte. L’obiettivo è studiare l’atmosfera, la struttura interna e la superficie del pianeta, con una particolare attenzione alle tracce di acqua e a eventuali segnali di forme di vita. L’orbiter dovrebbe rimanere operativo in orbita per circa due anni, mentre il rover a energia solare dovrebbe funzionare per circa 90 giorni.