Quarant’anni di attività imprenditoriale non saranno cancellati per scelte maturate da chi nemmeno vive il territorio calabrese. La macchina organizzativa di Massimo Marrelli è pronta. Domani mattina circa 500 tra dipendenti e loro familiari saranno in piazza di Montecitorio per protestare contro la chiusura totale di Massimo Scura nei confronti della clinica crotonese, le cui difficoltà economiche stanno mettendo a rischio la tenuta occupazionale dell’intero gruppo aziendale. Dopo le fiaccolate, gli scioperi, l’occupazione dell’ufficio del commissario a Catanzaro; dopo gli incontri convocati dal Prefetto, non resta che spostare la protesta a Roma. Ed è per questo che il Comitato si è appellato ai 30 parlamentari eletti il 4 marzo in Calabria, invitati a partecipare alla manifestazione a Montecitorio. Il Comitato ha chiesto a deputati e senatori di aiutarli a dialogare col Governo nazionale. Auspichiamo la Vostra totale vicinanza, poiché riteniamo che sia Vostro dovere difendere diritto alla salute, posti di lavoro e imprese sane di questo territorio – scrive il Comi tato. Siate portavoce di queste doglianze fino alla Presidenza del Consiglio, aiutateci ad incontrare il Ministro del Lavoro, sollecitate il Tavolo ministeriale già predisposto al Ministero della Salute ma non ancora convocato. Non si tratta di difendere colori politici o fare scelte ideali – sottolinea il Comitato – Si tratta di aiutare Crotone e la Calabria a non soccombere. Il tavolo di crisi convocato dal Prefetto di Crotone Cosima Di Stani è stato l’ennesimo fallimento tecnico e politico sulla vicenda inerente alla clinica Marrelli Hospital. Il Prefetto ha voluto che si incontrassero – con la proprietà – il Commissario ad Acta Massimo Scura, il Dirigente del Dipartimento Salute Bruno Zito e il DG dell’ASP crotonese Sergio Arena, per addivenire a una soluzione in grado di evitare che la procedura del licenziamento collettivo per tutti i collaboratori del Gruppo continuasse il suo corso. Irremovibile, per usare un eufemismo, il Commissario Scura. Il quale, nemmeno dopo il pronunciamento del TAR sui decreti di assegnazione dei budget ha voluto prendere atto della sua errata gestione del sistema sanitario. A questo punto è palese la sua volontà di non voler risolvere la vertenza. E allora, tutti a Roma, in piazza di Montecitorio, affinché la Calabria non rimanga figlia di un Dio minore.