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Dicembre,23,2024

Manovra, la Cisl non sciopera e privilegia il dialogo

“Siamo consapevoli del fatto che i tempi per l’approvazione della legge di stabilità sono molto stringenti e che i margini per le modifiche sono in questa fase limitati. Anche per questo la Cisl privilegia la strada del dialogo e del confronto. Ma ci sono temi sui quali si può intervenire subito per migliorare e rafforzare i contenuti della manovra finanziaria a favore di lavoratori, pensionati, famiglie”. Lo ha detto Tonino Russo, segretario generale della CISL Calabria, nella relazione introduttiva all’assemblea che l’organizzazione sindacale ha tenuto a Lamezia Terme per discutere della manovra finanziaria 2023 e delle proposte della Cisl.  “Siamo grati al Segretario generale Luigi Sbarra e all’intera Segreteria per quanto stanno facendo in questa fase al fine di esperire ogni tentativo di dialogo con il Governo. La Cisl -ha proseguito Russo- considera sbagliato ricorrere ora allo sciopero: forma ultima di conflitto che nelle condizioni date danneggerebbe i lavoratori, logorerebbe il sistema produttivo, infiammerebbe i rapporti sociali e industriali, senza che tutto ciò abbia attinenza con le finalità di una mobilitazione tesa a migliorare la qualità dell’azione politica del Governo e del Parlamento. Serve un patto sociale per la crescita, l’equità, la coesione sociale e territoriale, l’occupazione. Non ha senso tentare di dividere il Paese, come qualcuno sta proponendo, tra Nord e Sud, territori più e meno avanzati. L’Italia cresce se cresce insieme. Non ha senso contrapporre interessi dei giovani e dei meno giovani. Come ha spiegato il Segretario generale Sbarra, la Cisl ha chiesto profonde modifiche alla manovra e, dopo l’incontro del 7 dicembre a Palazzo Chigi, ha rilevato grande disponibilità del Governo anche ad attivare subito tavoli tematici in gennaio su lavoro e sicurezza, sistema della previdenza e delle pensioni, politica industriale e aiuti a imprese. La Cisl ha proposto un pacchetto di proposte migliorative, indicando anche un percorso di corresponsabilità che guardi oltre la Legge di Bilancio e dia forma a un progetto Paese qualificato su investimenti e riforme. Al tavolo con il Governo la Cisl ha chiesto, tra l’altro, di ristabilire la piena rivalutazione di tutte le pensioni, perché non si fa cassa sui pensionati: pensiamo alla Calabria, in cui gran parte del reddito è costituito da pensioni e da pensioni molto basse, provenendo dal lavoro privato. La Cisl ha chiesto di rimuovere i vincoli su opzione donna, di rafforzare l’operazione sul cuneo fiscale e la decontribuzione per assunzioni e stabilizzazioni di giovani e donne. Inoltre, la detassazione sugli accordi di produttività va resa totale, liberata dai criteri di incrementalità ed estesa ai comparti pubblici. Per valorizzare le relazioni industriali e la contrattazione è anche indispensabile fare un passo indietro sui voucher, ristabilendo la centralità delle relazioni industriali nel terziario e nell’agricoltura.  Resta poi di fondo l’esigenza di una politica fiscale equa, di rafforzare le dotazioni per sanità, scuola, politiche sociali, non autosufficienza, dell’apertura di una stagione di confronto sulle riforme. È urgente in particolare un patto anti-inflazione finalizzato a salvaguardare e rilanciare salari, pensioni e redditi delle famiglie. Dobbiamo pretendere, come cittadini meridionali e calabresi – ha detto ancora il segretario regionale della CISL – gli stessi livelli essenziali delle prestazioni in tutto il Paese: sanità, infrastrutture, collegamenti, servizi alle famiglie, perché abbiamo in Calabria 300mila famiglie sulla soglia o oltre la soglia della povertà. In un momento difficile come questo, dobbiamo dire che la Calabria produce energia da fonti rinnovabili più di quanta ne consumi, e questo può essere fonte di ricchezza. Deve andare avanti, e concretizzarsi in risultati per i cittadini, l’interlocuzione avviata con la Giunta regionale. Bisogna dare risposta alle attese della nostra regione, dei disoccupati, dei precari, dei lavoratori, delle famiglie. Ci sono alcune priorità: alta velocità ferroviaria, di cui si sono perse le tracce; S.S. 106, entrata nella manovra finanziaria, con cantieri che finalmente si devono aprire e chiudere; Zona Economica Speciale per attrarre investimenti, Porto di Gioia Tauro e sistema portuale calabrese; lavoro; riforme della PA e degli assetti istituzionali, per mettere i Comuni in grado di programmare e spendere bene le risorse dell’Europa, prese in prestito dai nostri figli; sanità; risorse per il settore forestale. Abbiamo davanti parecchie sfide, comprese quelle della valorizzazione delle ricchezze naturali, del mare, della montagna, della riorganizzazione dei consorzi di bonifica per la manutenzione del territorio e l’erogazione di servizi qualificati per l’agricoltura. Solo così si può dare dignità al lavoro, bloccare l’emorragia di giovani verso altri territori, frenare lo spopolamento delle aree interne. E sul fronte criminalità, per un buon uso delle risorse del Pnrr, la Cisl spinge per un’alleanza che stronchi qualunque tentativo di infiltrazione mafiosa”. Il dibattito, molto partecipato con interventi da tutti i territori della regione, è stato concluso dal Segretario confederale nazionale Giorgio Graziani. “La nostra posizione critica e responsabile, volta soprattutto a portare a casa il massimo risultato possibile per chi rappresentiamo -ha detto- è fondata in un giudizio di merito senza pregiudizi. La proposta di legge di bilancio va migliorata attraverso il confronto serrato con il Governo e i gruppi parlamentari, il nostro è un giudizio articolato che non può non tener conto che due terzi delle risorse disponibili sono impegnate per dare continuità al sostegno di famiglie e imprese rispetto alla emergenza bollette, come peraltro chiesto a gran voce da tutte le forze sociali e politiche in continuità con il Governo precedente. Ci sono misure condivisibili come il potenziamento dell’assegno unico e del congedo parentale a sostegno delle famiglie, l’aumento della detassazione dei premi di produttività al 5%, l’aumento della soglia Isee a 15 mila euro per i bonus bollette, la decontribuzione per le assunzioni e stabilizzazioni di giovani e donne, così come la conferma della riduzione del cuneo fiscale con un punto in più anche se solo per i redditi sotto ai 20 mila euro e l’evitato rischio dello scalone sull’accesso alla pensione. Misure che ci convincono, ma che hanno significativi margini di miglioramento. Così come non condividiamo affatto la flat tax, l’innalzamento dei contanti, le sanatorie, opzione donna per come è formulata e soprattutto la limitazione alla rivalutazione delle pensioni per quelle sopra a 4 volte il minimo. Lo sciopero in questo momento per noi non serve e peserebbe ancora una volta solo su famiglie e imprese, mentre serve una forte iniziativa di mobilitazione attiva e responsabile per mettere sotto pressione il Governo e il Parlamento con l’obiettivo di cambiare e migliorare la manovra nei punti per noi dirimenti, in particolare rivalutazione pensioni, opzione donna, cuneo, premi e sostegno alle famiglie su cui l’incontro di mercoledì scorso con il Presidente del Consiglio, in un atteggiamento di dialogo aperto da presidiare e consolidare, ha dato aperture sia su misure contenute in manovra sia per un confronto con tavoli dedicati per il prossimo futuro a partire da gennaio su cui ciò sono già alcune date definite. Queste disponibilità vanno tradotte in risultati con una spinta forte e autonoma, per questo siamo qui oggi e saremo a Roma il 15 dicembre in una grande iniziativa nazionale di mobilitazione determinata, responsabile e di proposta sul tema “Migliorare la Manovra, contrattare le riforme”.

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