Le “nuove leve” criminali reggine, nel 2016, organizzarono un pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Polsi, nel cuore dell’Aspromonte, nel territorio del Comune di San Luca. Un luogo evocativo della ritualità tipica della ‘ndrangheta, poiché per decenni è stato teatro di summit mafiosi in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna. Il fatto emerge dagli atti del filone dell’operazione “Galassia” coordinato dalla Dda reggina. In occasione del pellegrinaggio del 2016, era stato pianificato un particolare percorso da seguire. Era stato previsto inizialmente, infatti, un passaggio “in segno di rispetto” davanti alle due case circondariali di Reggio Calabria – San Pietro e Arghillà – nonché nei pressi dell’abitazione di Roberto Franco, ritenuto capo dell’omonima ‘ndrina operante nel rione Santa Caterina di Reggio Calabria e aderente al sodalizio che fa capo alle famiglie De Stefano-Tegano, coinvolto, più di recente, nell’operazione “Sistema Reggio” ed attualmente detenuto. Roberto Franco è padre dell’odierno fermato Francesco Franco. Per l’occasione fu scelto come mezzo di trasporto, come da tradizione, un autocarro scoperto, allestito con impianto di amplificazione, dal quale si diffondeva il suono della tarantella, e generatore elettrico. Furono estesi inviti all’evento, precisando che avrebbero preso parte esponenti delle “locali” di Archi, Condera e Cannavò: ” facciamo il triangolo delle Bermuda Archi, Condera e Cannavò”.