“Si ripresenta puntualmente il problema dei droni sui nidi della cicogna bianca in Calabria in un periodo particolarmente sensibile e delicato per la specie.
Nei giorni scorsi sono girate in rete e tra i gruppi whatsApp foto di nidi di cicogne fotografati con droni a pochi metri di altezza”.
Lo afferma in una nota la Lipu di Rende che da oltre 20 anni è impegnata con i suoi volontari per favorire il ritorno di questa specie in Calabria esprimendo “molta rabbia e delusione per quanto accaduto”.
“In questa fase – prosegue la Lipu – le coppie si apprestano a deporre le uova, un disturbo come quello di un drone fatto sorvolare a pochi metri di altezza dal nido potrebbe portare la coppia ad abbandonare il nido o addirittura indurre i giovani a buttarsi nel vuoto per lo spavento, come già successo in alcuni casi negli anni passati. Le giovani cicogne, una volta a terra, non essendo ancora in grado di volare, non riescono a tornare nel nido e quindi saranno oggetto di predazione da parte di animali selvatici, cani, volpi o dall’uomo stesso. Un danno enorme per una specie che sta cercando di ritornare a nidificare in Calabria dopo un’assenza di oltre 500 anni, un attentato alla biodiversità!”.
“Si tratta, quella del disturbo ai nidi, di una pratica scellerata – prosegue la nota – pericolosa, vietata sia dalle normative nazionali che comunitarie. Intensificheremo gli sforzi di sorveglianza ai nidi sostengono i volontari della Lipu e segnaleremo come sempre, eventuali infrazioni agli organi di polizia preposti. Sono già state avvisate le autorità competenti e inviate delle lettere ai comuni nei cui territori ricadono le nidificazioni della cicogna bianca per concordare un piano di azione con i sindaci e proporre loro una specifica delibera per vietare l’uso dei droni in prossimità dei nidi anche con l’installazione di tabelle esplicative”.
“La presenza della cicogna bianca – conclude la Lipu – rappresenta un bene prezioso per la Calabria e per l’Italia intera, un valore aggiunto per la fauna calabrese. Non permetteremo a poche sprovvedute persone di attentare a questo prezioso patrimonio”.