Le spiagge calabresi, scrigno di biodiversità per essere culla della tartaruga marina Caretta caretta e del Fratino Charadrius alexandrinus, sono in questi giorni violentate da ruspe e trattori per operazioni di pseudo pulizia e/o spianamento. Operazioni sconsiderate, spesso finanziate dalla stessa Regione Calabria, che per una serie di motivi e coincidenze vengono svolte proprio nel periodo riproduttivo di Caretta Caretta e Charadrius alexandrinus, minacciandone gravemente il successo riproduttivo. La Regione, consapevole del valore naturale e paesaggistico dei litorali calabresi, dovrebbe finanziare operazioni di pulizia solo se eseguite a mano, come fu nei primi anni 2000. In attesa che tali disposizioni vengano con urgenza regolamentate nell’ambito dei Piani Comunali di Spiaggia, Legambiente Calabria chiede ai Comuni e agli stabilimenti balneari di sospendere qualsiasi operazione da parte di mezzi meccanici su tutto il territorio regionale, con particolare riferimento alla costa ionica reggina ormai riconosciuta quale più importante area di riproduzione italiana di Caretta caretta. Legambiente Onlus ha realizzato anche la “Tartafriendly”, una guida contenente indicazioni e consigli per una gestione consapevole di spiagge amiche delle tartarughe. La principale specie di tartaruga marina che frequenta le nostre coste è la Caretta caretta, anche se si incontrano anche la tartaruga verde (Chelonia mydas) e, più raramente, la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) . La Caretta caretta è protetta dalle normative internazionali e nazionali: Convenzione di Washington (1973); Convenzione di Berna (1979); Convenzione di Bonn, (1979); Direttiva Habitat, 92/43/CEE e 2006/105/CE, relativa alla conservazione degli habitat; Convenzione di Barcellona (1995); Regolamento (CE) n. 1967/2006 del Consiglio del 21 dicembre 2006. Le tartarughe marine sono animali straordinari, che passano la maggior parte della loro vita in mare, ma tornano sulla terraferma in occasione dei periodi di riproduzione, quando depongono le proprie uova in nidi che scavano nei litorali in prevalenza sabbiosi. Le tartarughe marine suscitano una grande attrattiva per gli umani, affascinati da questi animali così tranquilli e sicuri da adulti, quanto teneri e indifesi quando, dopo circa 50 giorni, escono dalle uova per raggiungere subito il mare. Per tutti questi motivi esse meritano di essere protette, soprattutto nel periodo di riproduzione, quando si trovano a condividere con la presenza umana alcuni tratti di spiaggia spesso molto belli e incontaminati. Per rendere più bella e accogliente, sia per i turisti che per la vita animale e vegetale presente, il tratto di spiaggia, Legambiente chiede ai gestori di evitare di alterare il profilo dell’arenile con azioni quali livellamenti, movimenti terra, spianamenti, escavazioni, poiché la pulizia meccanica, oltre a cancellare eventuali tracce di deposizione, può anche danneggiare i nidi non segnalati. Le femmine di tartaruga marina, infatti, scelgono il sito di nidificazione valutando le caratteristiche della spiaggia e la distanza dal mare. Preferiscono le spiagge ampie, che favoriscono una migliore scelta tra diversi siti idonei per deporre le uova. La presenza di un nido di tartaruga marina può essere individuata dalle impronte lasciate sulla sabbia che indicano il percorso di risalita fino al luogo prescelto per l’escavazione del nido. Le tracce conducono a segni del ricoprimento della camera di deposizione delle uova, scavata dalla femmina con le zampe natatoie posteriori.