Un sondaggio della testata d’informazione ‘Spot and web’ smentisce il luogo comune dei ragazzi che vogliono a tutti i costi il posto fisso. Al contrario, uno su cinque sarebbe disposto a lavorare gratis, seppur per un periodo limitato, purché si tratti di datori di lavoro di prestigio che garantiscano un ritorno di immagine poi valorizzabile nel proprio curriculum. La testata di marketing Spot and web ha intervistato oltre 600 ragazzi e ragazze neolaureati nelle più svariate discipline (tra le altre ingegneria, moda, design, lettere, lingue, matematica, architettura, comunicazione, agraria) e ha ottenuto i seguenti dati. Il 18 % -sorprendentemente- ha risposto “Sì, ‘sono disposto a lavorare gratuitamente ma a certe condizioni”. Meno della metà del campione (44%) si è detto contrario. Infine, una terza porzione corrispondente al 15% ha dichiarato che non saprebbe rispondere alla domanda. E allora, a quali condizioni i giovani interpellati lavorerebbero gratis? il 33% ha risposto “A patto che dopo 6 mesi sia garantita l’assunzione”. Ben il 22% dei giovani intervistati (una delle percentuali più alte) accetterebbe “Se il datore di lavoro avesse un nome prestigioso e garantisse eventuali spese di trasferimento da sostenere”. Il 13% potrebbe lavorare gratis per un anno se il datore di lavoro garantisse anche corsi di aggiornamento periodici e non è dunque tra le opzioni preferite dagli italiani. I giovani hanno dimostrato quanto conti il nome dell’azienda in cui potrebbero lavorare e accetterebbero di farlo gratis “Se fosse consentito di lavorare fianco a fianco di grandi nomi dell’industria o dell’imprenditoria in modo da arricchire il curriculum” (34%, primo posto). Infine, se l’azienda consentisse anche una formazione all’estero i giovani direbbero sì a un lavoro non retribuito per un periodo limitato (32%). Contrariamente a quanto si possa pensare, chi è disposto a lavorare gratis non è di condizione socioeconomica elevata, anzi: il 34% del campione che ha risposto in questo modo appartiene alle classi sociali meno agiate. Mentre chi ha una estrazione benestante si dichiara disponibile solo nel 10% dei casi. Ma ecco le 10 aziende italiane più ambite che ‘fanno curriculum’ e per le quali gli interpellati accetterebbero di lavorare gratuitamente per un periodo limitato. In testa la Ferrari (15%), secondo posto per Armani (14%), chiude il podio Brembo (12%). A seguire leggermente più sotto Mediaset (10%), Finmeccanica (9%), Dolce & Gabbana (7%), Lamborghini (6%), Barilla (5%), Banca Intesa (4%) e Ferretti spa. (3%). Ma per quanto tempo il campione sarebbe disponibile a lavorare senza essere pagato? Il 53% ha risposto “Per sei mesi”, il 23% lo farebbe anche per un anno. Soltanto il 10% accetterebbe “Per qualche mese”. “Non mi sorprendono i risultati della ricerca che avevo anticipato “, commenta Gianluca Spadoni, imprenditore romagnolo del settore della formazione e ideatore dell’Osservatorio Evolution Forum Business School sulle Pmi, che poi prosegue: “In passato capitava pure di pagare per poter lavorare specie quando, per motivi anche sociali, non si riusciva a fare subito il lavoro che si desiderava e si era disposti a fare lavori più umili pur di perseguire i propri sogni e le proprie aspirazioni. Oggi invece, ed è un dato di fatto, i ragazzi si possono permettere di rifiutare un lavoro. Per questo il risultato della ricerca mi conferma che ci sono comunque non pochi neolaureati che hanno capito che la contropartita economica, almeno nelle fasi iniziali, non è determinante e conta molto anche crearsi una reputazione nel settore lavorativo . L’opposto dei bamboccioni o dei fannulloni che aspettano il reddito e sanno solo lamentarsi”, ha concluso Gianluca Spadoni.