Svolta nell’inchiesta della Procura di Napoli sul software spia che avrebbe infettato illegalmente i telefoni di ignari utenti. Un amministratore e un tecnico di una ditta informatica di Catanzaro sono stati arrestati dal Ros, dal Nucleo speciale tutela frodi tecnologiche della Guardia di Finanza e della Polizia Postale nell’ambito dell’indagine sul software spia Exodus. Le indagini sono state coordinate dal pool cybercrime della Procura della Repubblica di Napoli, coordinato dal procuratore Giovanni Melillo. Ai domiciliari sono finiti un amministratore di E-surv srl (proprietaria del software spia), Diego Fasano, di Locri, e un direttore tecnico della stessa azienda, Salvatore Ansani, di Catanzaro, ritenuto l’ideatore della piattaforma che inoculava il virus spia della tipologia trojan. La Procura indaga per intercettazione Illegale e accesso abusivo a sistema informatico. Le misure sono state emesse dal giudice Rosa De Ruggiero. L’oggetto dell’indagine, spiegano i magistrati, sono le attività tecniche effettuate abusivamente rispetto ai rapporti con le procure che si avvalevano della piattaforma. Questa mattina gli investigatori hanno sequestrato materiale informatico e profili cloud. Sono scattate perquisizioni anche nei confronti di altre cinque società che si sono avvalse della piattaforma: IPs, con sede nel milanese; Stm, che ha sede a Cosenza; Rpc servizi tecnologici che ha sede a Latina e Caserta; Rifatec con sede a Caltanissetta e Nova che ha sede a Trieste. Con una procedura definita tecnicamente di “cinturazione”, sono stati congelati i dati delle intercettazioni custoditi su un cloud in Oregon.