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Novembre,16,2024

IL RUOLO DELL’INGEGNERIA NEL GRANDE AFFRESCO DELLA PROGETTAZIONE CULTURALE, CONVEGNO ALL'UNICAL

Quello della valorizzazione dei beni culturali è un settore in grande espansione che si trova oggi di fronte a un bivio importante. Molte sono state le operazioni costruite in questi anni, molti i successi, ma l’analisi degli insuccessi ha fatto nascere una letteratura contraria. Il settore è considerato vitale per l’Europa e ancor più vitale se si considera che è sempre più alta la percentuale di chi considera culturale la crisi che ha determinato quella economica; un gap che impedisce al nostro paese di crescere come la media europea. Le ricerche presentate in occasione del Forum della Cultura 2017 dimostrano ed avvalorano questa tesi. Per questo l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Cosenza e la Fondazione Mediterranea per l’ingegneria hanno deciso di iniziare un dibattito ed un dialogo che, per le ragioni spiegate di seguito, esce dal nostro specifico ambito ed abbraccia con uno sguardo di insieme, un settore considerato vitale per il nostro futuro. Da una parte gli investimenti Europei, dall’altra la necessità di dare impulso al turismo locale anche di luoghi esterni ai grandi flussi internazionali, e ancora, la certezza che la coesione sociale e l’inclusione di cittadinanza possa passare solo attraverso la cultura, oppure che la ricerca delle origini dell’Europa sia lo sfondo condiviso verso cui tendere, fanno di questo settore di intervento un campo cruciale di sviluppo e di innovazione sociale. Per questo le strategie Europee hanno continuamente riorientato le modalità di condivisione, di produzione e di marketing dei finanziamenti destinati alla cultura; questo campo è oggi maturo per cercare di consolidarsi intorno ad un dibattito che punti alla qualità ed all’impatto emozionale dei risultati attesi. Una seconda considerazione preliminare che ha guidato la creazione di questa giornata di riflessione sta nel fatto che il processo di valorizzazione della cultura in generale inizia con una idea strategica, attraversa tutte le fasi di finanziamento (sia dalla parte della fattibilità sia dalla parte della ricerca dei partner giusti) per poi immergersi nella fase puramente creativa e di definizione dell’impatto, in quella di produzione vera e propria, fino alla fase di sviluppo ed implementazione delle tecnologie, del marketing internazionale e della accoglienza in situ. Questa catena del valore è una delle più complesse ed articolate che si siano viste e coinvolge saperi e competenze che altrimenti non avrebbero ragione di esistere insieme. Quello che la letteratura del settore ha messo in evidenza in questi mesi è che l’impatto emozionale è il vero risultato atteso che trasforma, interra e sostiene l’economia del settore. Quando si parla di cultura, si ha di fronte un campo disciplinare in cui la legge della domanda e dell’offerta non vale nella sua formulazione tradizionale. Questo mette in crisi ogni possibilità tradizionalmente nota di profilare gli utenti per fornire risposte focalizzate per utente. Allora? Allora prenderemo in considerazione altre modalità molto più produttive e duttili costruendo mostre, musei, spettacoli. L’Ordine degli ingegneri ha immaginato questo incontro tra con le proprie componenti professionali e le altre che insieme contribuiscono a creare una catena del valore così articolata e complessa. In questo settore, molto più che in altri il pericolo di compiere bene il proprio dovere nello spazio previsto, da solo non basta più, occorre avere coscienza del processo e di tutte le aree si sovrapposizione tra il proprio compito e quelli che vengono prima e dopo ed occorrere avere una visione d’insieme. Ma la catena del valore ha oggi almeno due anelli mancanti. Uno nel settore della produzione che penalizza proprio l’impatto e la costruzione di un percorso che porti ad esperienze cognitive, l’altro nel settore prettamente giuridico e normativo. Cosa fare? Due cose in parallelo, proporre una nuova normativa che tenga conto dello sviluppo del settore e contemporaneamente, per non perdere il treno, avere chiaro come muoversi per inserire e monitorare le attività che la prassi vigente ancora non prevede. Nella visione attualmente utilizzata la catena del valore si limita agli esperi di dominio ed alle implementazioni ICT. Mostreremo case history di successo che in Europa hanno integrato a queste componenti essenziali anche l’articolazione di un linguaggio specifico, l’articolazione delle forme dell’audiovisivo ricostruite in funzione della possibilità di manipolare immagini, suoni, riprese, commistioni dell’uno e dell’altro, nuovo ed antico integrati e non sommati uno all’altro come pezzi separati di un sistema. Questo anello mancante nella catena del valore può generare empatia, conoscenza e identità.
Musei narranti, mostre, installazioni di successo sono quelle che applicano la catena del valore completa fino all’impatto con l’utente finale. In questo caso gli accademici saranno i fornitori dell’informazione, registi e sceneggiatori saranno i narratori, la tecnologia consentirà a nuovi prodotti e servizi per la cultura di emergere. L’intuizione di un artista, la conoscenza scientifica, le possibilità tecnologiche occorre che siano integrate in una nuova metodologia: la progettazione culturale. Tale progettazione ha bisogno di solide basi giuridiche e amministrative da cui la presenza di un esperto che renda possibile tutto questo nella attesa che la norma possa cambiare seguendo le esigenze del settore.

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