Il miglioramento della situazione epidemiologica e la maggiore disponibilità dei vaccini a Mrna consentono di “rafforzare la raccomandazione” di utilizzare il vaccino di Astrazeneca per i soggetti con più di 60 anni. Ecco l’orientamento del Comitato tecnico scientifico contenuto nel parere presentato oggi pomeriggio. Gli esperti hanno ribadito che nei soggetti di età inferiore ai 60 anni è raccomandata la somministrazione di pfizer e moderna. Dall’EMA il comitato per la sicurezza ha concluso che le persone che in precedenza hanno avuto la sindrome da aumentata permeabilità capillare non devono essere vaccinate col siero di AstraZeneca. La sindrome è una condizione molto rara e grave che causa perdita di liquidi dai piccoli vasi sanguigni (capillari), con conseguente gonfiore principalmente alle braccia e alle gambe, bassa pressione sanguigna, ispessimento del sangue e bassi livelli di albumina nel sangue. L’agenzia europea del farmaco continua l’analisi sulle segnalazioni di miocardite (cioè infiammazione del cuore) e pericardite (che è l’infiammazione della membrana intorno al cuore). Non sono molte le segnalazioni avvenute dopo la vaccinazione. In più l’EMA raccomanda di aggiornare le informazioni sul remdesivir. Chi è bradicardico potrebbe avere una reazione avversa per questo medicinale.
Intanto Guido Rasi, ex direttore generale dell’EMA ritiene che “la soluzione della vaccinazione eterologa, cioè l’utilizzo per la seconda dose di un vaccino diverso, una soluzione ottima, perché si tolgono elementi di rischio e si aggiungono elementi di flessibilità alla campagna vaccinale. Rasi, che attualmente è consulente del commissario Figliuolo, sostiene che “l’approccio è positivo perché se il sistema immunitario riceve stimoli diversi per una stessa malattia, dunque da vaccini diversi, ci si aspetta che risponda in maniera ancora più efficace”. Germania, Spagna e Francia e anche la Gran Bretagna hanno già adottato la vaccinazione eterologa, quindi l’Italia non sarebbe la sola a intraprendere questo approccio.