Sulla pericolosità del ponte Cannavino e sulla necessità di provvedere ad un urgente intervento di messa in sicurezza non solo avevamo ragione ma le perplessità sollevate da cittadini, utenti e associazioni hanno trovato riscontro nelle diverse comunicazione diramate da Anas. Che in questi mesi ha provveduto ad avviare verifiche statiche sulla struttura e a mettere in opera un consistente restyling. Incassato questo risultato, nato dalla caparbietà nel voler tutelare il diritto alla sicurezza, purtroppo, le comunità del comprensorio Presilano si ritrovano a dover affrontare l’ennesima questione paradossale, nata dalla lungaggine dei tempi nella quale si stanno protraendo i lavori sul viadotto. Continui rinvii per la chiusura dei cantieri accompagnati, ogni volta, da giustificazioni sempre diverse. Dove sta la verità? Perché la SS 107 non è ancora percorribile? È quanto dichiara il Segretario questore del Consiglio regionale Giuseppe Graziano, tra i primi nell’estate 2016 ad aver portato all’attenzione delle istituzioni nazionali e regionali la questione relativa alla precarietà strutturale del viadotto Cannavino e più in generale alla pericolosità dell’intera tratta stradale che collega Paola a Crotone passando per Cosenza. La vicenda del viadotto Cannavino – commenta Graziano – inizia ad essere grottesca. Prima le “preghiere” per invocare un restyling del ponte che a tutti appariva evidente, urgente e necessario tranne che ad Anas e a gli organi competenti e responsabili della viabilità sulla SS 107. Ora, le “implorazioni” per chiedere una celere riapertura della strada proprio nel tratto attraversato dal viadotto. Un’apertura che cittadini e utenti attendevano già la scorsa estate e che ora è stata posticipata addirittura ad ottobre. Sempre che domani non giunga l’ennesima comunicazione di Anas con un’altra giustificazione incomprensibile. Già, perché – prosegue il Segretario questore del Consiglio regionale – vorremmo sapere in realtà cosa ci sta dietro a questo ritardo, dal momento che per l’ente gestore dell’arteria si doveva provvedere alla realizzazione di lavori “finalizzati all’ottimizzazione del comfort di marcia del viadotto” che, in potenza, si sarebbero dovuti compiere nell’arco di un tempo non così esteso. Invece, oggi, si legge – sempre nell’ennesima comunicazione – di ritardi causati dalla ditta appaltatrice che avrebbero fatto slittare l’apertura dell’arteria al 20 di ottobre. Perché? A cosa sono dovuti questi ritardi? È giusto essere chiari – precisa Graziano – perché su questa vicenda sono state dette troppe bugie. Tra l’altro – aggiunge – le proroghe sulla consegna dei lavori stanno causando un terribile effetto domino, in negativo, sull’economia della Sila. I primi dati delle affluenze in molti centri turistici montani, durante la stagione estiva appena conclusasi, parlano di una flessione delle presenze rispetto agli altri anni probabilmente causata anche dalla difficoltà di poter raggiungere l’altopiano silano per via della chiusura del ponte Cannavino. Inoltre, così come hanno evidenziato anche di recente i sindaci delle comunità presilane, si registrano gravi disagi nei collegamenti interurbani da e per la vicina città di Cosenza e centri limitrofi, con i pullman delle autolinee costretti a giri assurdi e su strade impervie per raggiungere i comuni di Celico e Spezzano Sila. Disagi che si sono aggravati con l’apertura dell’anno scolastico. Si spera solo – conclude Graziano – che la questione possa essere definita, con la definitiva apertura del transito sul ponte Cannavino, prima della stagione invernale e dell’arrivo delle nevicate. Altrimenti potremmo trovarci di fronte a una disfatta.