La prima delle due trasferte di fila del Crotone finisce non benissimo. Solo un pareggio contro un Taranto dalla cifra tecnica decisamente bassa. Qualche inguaribile ottimista potrebbe vedere anche il bicchiere mezzo pieno, è stata mossa la classifica, si potrebbe dire. Ma a che serve un punto quando lì davanti il Catanzaro gioca un altro campionato? A niente, anzi a poco e ora i punti di distanza si sono dilatati e diventati 6. Tutto ciò fa rabbia perchè avviene in quel che sono state le 16 partite iniziali migliori di sempre del Crotone. Di colpe il Crotone ne ha un po’ ma nulla può fare quando davanti il Catanzaro stradomina. Colpe, si diceva. E beh, anche col Taranto allo Jacovone qualche cosa che non ha funzionato c’è stata. Per carità: nessuno mette in campo una squadra per non vincere come mai tante amnesie? E alcune proprio in quelli che sembrano i punti di forza del Crotone. Prendiamo il primo gol per esempio. Sul calcio d’angolo in area ci sono Golemic, Cuomo, Mogos e Tumminello che sfiorano o superano i 190 cm di statura mentre gli altri non sembrano di meno. E che succede? Che arriva da dietro Antonini marcato da… Kargbo! Errore da matita blu. Poi chiaro che hai tasso tecnico, giocatori bravi e il pareggio lo acciuffi anche se lo meritavi prima (solo il palo ha salvato Vannucchi) grazie a Chiricò. Il terreno dello Jacovone fa schifo? Vero ma è per tutti e in questa partita quello che era fondamentale è avere il controllo totale della gara. Che c’è stato ma solo a sprazzi. E per l’ennesima volta i tre centrocampisti del Crotone (con Petriccione spostato a sinistra) e Awua in costruzione che non è la sua migliore qualità hanno sofferto l’inferiorità numerica. Orami si è capito: il Crotone un gioco vero e proprio non ce l’ha. Ha grandi interpreti, elementi sicuramente di categoria superiore ma il gioco, quello che serve per creare il maggior numero di palle gol, quello latita. E come se non bastasse al tramonto del primo tempo il Crotone subisce di nuovo il vantaggio dei tarantini. Di nuovo di testa (quella di Tommasini) e tra i corazzieri della difesa. Incredibile! Secondo tempo che dura solo 5 minuti per Kargbo, Awua e Tumminello e dopo due minuti Mogos la rimette in equilibrio con un preciso colpo di testa. Poi però tanta foga, idee poche, muscoli e sportellate in ogni angolo del campo, cartellini gialli a gogo ma di gol per il Crotone niente. Poteva essere la gara di Rojas che dopo una manciata di secondi ha avuto sul piede il pallone per far gol ma il tiro è centrale e il portiere devia. E poi nel finale la paura mista a terrore. Per ben due volte Dini deve dire di no e Golemic salvare sulla linea dopo un contropiede pugliese che sbaglia così il match point. Finisce 2-2 e poteva finire anche negli altri due modi. Un punto a testa che non serve a nessuno. Anzi no. Serve al Catanzaro che si sbarazza del Giugliano e vola ad altissima quota, irraggiungibile con sei punti di vantaggio sul Crotone.