Il commissario UE Paolo Gentiloni ha invitato il governo a procedere rapidamente sulle sfide legate al Pnrr, perché altrimenti c’è il rischio di ritardi, e l’Unione europea non sarà benevola nei confronti dei Paesi che non rispetteranno i tempi europei nella programmazione dei fondi perché non è nell’interesse comune.
Sappiamo bene che il Pnrr è un’occasione unica per il rilancio dell’Italia e del mezzogiorno in particolare, per il superamento delle diseguaglianze territoriali, di genere e generazionali che gravano su tutto il Paese.
Il Presidente del Consiglio ha dichiarato che nei primi 100 giorni di governo darà priorità assoluta al caro energia e alla manovra ma noi diciamo che tra queste priorità, non può non esserci il Pnrr.
La coalizione di centro destra parla da tempo di rinegoziazione del Pnrr ed astrattamente non ci sarebbe nulla di sbagliato.
Il problema è come si rinegozia e come si vuole cambiare il Pnrr, perché su questo, ad oggi, nulla è dato sapere ed intanto il tempo scorre!!
Per rinegoziare efficacemente il Pnrr ci vorrebbero capacità progettuali importanti e autorevolezza con Bruxelles, al fine di colmare gli attuali ritardi di attuazione, di velocizzare sull’utilizzo dei fondi europei in modo da poter garantire la piena attuazione delle misure previste per il nostro Paese.
Al 2021 avremmo dovuto spendere 15.4 miliardi, ma a marzo ne avevamo speso solo 5,1 e di questi 2 miliardi e mezzo sono andati all’Alta velocità che era già un progetto già esistente prima del Pnrr.
Ciò vuol dire che molti soldi del Pnrr vanno a finanziare progetti che non sono quelli per il quale il Pnrr è stato messo a terra.
Dobbiamo capire che i finanziamenti da soli non bastano. Serve la capacità di utilizzarli bene e in tempi certi. Lo sviluppo economico delle regioni meridionali è fortemente condizionato da insufficienti infrastrutture e scarsa qualità dei servizi pubblici. E anche quando ci sono finanziamenti la situazione non migliora, in quanto per incapacità politiche e note difficoltà burocratiche i comuni del Mezzogiorno rimangono indietro aggravando il ritardo.
Il metodo di allocazione dei finanziamenti Pnrr è poi basato sulla competizione territoriale, che avvantaggia di fatto le più efficienti amministrazioni del Centro-Nord rispetto al sud e nel sud stesso ci sono regioni che hanno la meglio poiché amministrativamente più efficienti. Per questo siamo convinti che, in Calabria soprattutto, serva l’istituzione di una task force di progettisti e tecnici esperti in progettazione e rendicontazione da mettere a supporto degli enti locali ed aiutare gli stessi a vincere la sfida rappresentata dal corretto utilizzo dei fondi europei.
Ai comuni saranno destinate ingenti risorse e i capitoli sono tantissimi, dalla riqualificazione energetica, alla transizione ecologica, al dissesto idrogeologico fino all’edilizia scolastica.
Solo in Calabria il Pnrr mette a disposizione del settore edile una cifra molto consistente, attraverso la quale sostenere la rivoluzione verde e la transizione ecologica con un forte investimento nella riqualificazione e nella costruzione di beni immobili statali e nel rafforzamento dell’Ecobonus e del Sismabonus; senza contare le risorse messe a disposizione per l’inclusione e la coesione; per la salute, in particolare, per il rafforzamento della medicina territoriale e per le infrastrutture finalizzate ad una mobilità sostenibile.
E’ una sfida da far tremare i polsi davanti alla quale, però, la classe dirigente calabrese non può farsi trovare impreparata, non può chiudersi nel suo recinto di identità politica ma deve aprirsi al confronto e accogliere quelle idee, come potrebbero essere quelle da noi esplicitate, utili al cambiamento costruttivo del nostro territorio.