Ridurre al minimo l’ampiezza delle possibili ondate epidemiche deve essere l’obiettivo principale della Fase 2: lo indica l’Accademia dei Lincei nel documento elaborato dalla sua Commissione Covid-19. “Le misure da prendere in fase due – si legge nel documento -sono finalizzate a ridurre al minimo l’ampiezza delle possibili ondate epidemiche, anche in considerazione del fatto che i soggetti suscettibili sono ancora in grande maggioranza nella popolazione italiana”. Valutazione dei rischi, precauzioni speciali per le fasce vulnerabili della popolazione, monitoraggio della situazione con i tamponi e riapertura delle scuole sono i quattro punti del documento le cui raccomandazioni, si legge, “sono in sintonia” con quelle dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e “ora anche incluse in parte nel decreto del presidente del Consiglio del 30 aprile”. Sulla valutazione dei rischi e la capacità di individuare velocemente nuove ondate epidemiche il documento rileva che la diffusione può controllata sia “individuando, testando, isolando e trattando i casi e mettendo in quarantena i contatti”, sia “monitorando le zone di circolazione della malattia attraverso la sorveglianza delle patologie respiratorie e delle malattie simil-influenzali, in abbinamento alle indagini sierologiche”. Va comunque “sottolineata la necessità di studi e di misure da prendere adattati ai territori, non potendosi trattare tutta la popolazione come se fosse ‘ben mescolata’”. Fra le misure più efficienti per il monitoraggio il documento indica i “tamponi di tutte le persone che sviluppano sintomi compatibili con il Covid-19”, e che siano “affidabili per tutte le regioni italiane”. Sulla tutela dei gruppi vulnerabili, come persone con altre patologie, il documento indica che nella fase 2 “devono continuare a esercitare il distanziamento fisico particolarmente stretto”; quanto agli anziani, nelle case di riposo è necessario usare tutte le norme d’igiene e organizzare contatti non a rischio con i visitatori. Si dovrà anche pensare alla trasmissione intrafamiliare, con strutture per ricoverare i positivi fino alla negativizzazione. Sulla riapertura delle scuole, infine i Lincei invitano a esaminare gli effetti secondari su trasporti e sui nonni, se conviventi, e sugli insegnanti. E’ necessario, conclude il documenti, analizzare la “prevalenza della malattia nella fascia tra 0-10 anni in Italia e sulla possibile esistenza di cluster legati a scuole di qualsiasi grado, in maniera che si possano prendere decisioni consapevoli e condivise con un ragionevole e documentato supporto scientifico.