Catanzaro – Crotone bisogna cominciare a raccontarla dalla fine. Ma non dal triplice fischio dell’arbitro ma dalle ore 21 e passa quando i quasi mille tifosi del Crotone hanno fatto rientro a casa. Era già successo tanti anni fa ma evidentemente qualcuno il clima da guerriglia che è di casa a Catanzaro tra tutte quelle viuzze e aiutati anche dall’oscurità, ha voluto farlo rivivere come allora, quando una bottiglia piena di liquido incendiario centrò un pullman di tifosi del Crotone e fu solo per fortuna che non ci scappò il morto. Ed ecco il replay anche questa volta. Sassaiola ai danni di tre pullman e vetrate rotte con all’interno i tifosi e con tutto quello che poteva succedere che e per fortuna non è successo. Spiace dirlo ma certi delinquenti, non tutti i tifosi si legga attentamente, ma i delinquenti (perché chi aspetta il passaggio dei pullman per prenderli a sassate non può che non essere etichettato così) hanno cercato ed ottenuto la loro mezzora di notorietà. Va però anche detto che la tifoseria crotonese non ha brillato per equilibrio visto che più di qualcuno si è lasciato andare a gesti decisamente da condannare e che forse ha esacerbato gli animi (un idiota colui che si è abbassato i pantaloni all’indirizzo della tribuna giallorossa) ma che non giustifica tutto il resto. Purtroppo ne ha fatto le spese un ispettore della polizia di Crotone centrato alla testa da una cinghiata e finito in ospedale, episodio accaduto nella curva dei tifosi crotonesi, mentre a nessun tifoso del Catanzaro è stato torto un capello. Anzi no. C’è stata una catanzarese che ha passato un pomeriggio che mai avrebbe immaginato. Si è trattata della fidanzata di Branduani, ragazza nata a Catanzaro, presa a schiaffi in tribuna dai suoi concittadini per non aver esultato al gol dei padroni di casa. La denuncia sul profilo Instagram da parte del portiere rossoblù. Poi c’è stata, un po’ prima, la partita finita con la vittoria dei giallorossi che adesso provano la fuga in avanti. Gara ricchissima di episodi davanti al pubblico delle grandi occasioni, nervosissima anche tra le due panchine, due gol, tre pali, un gol regolarissimo annullato e anche alcune decisioni arbitrali e tecniche che hanno lasciato basiti. Ha vinto il Catanzaro, si diceva, anche con merito per come ha gestito la gara, superiore a centrocampo, bravi nel palleggio, sempre primi sul pallone al cospetto di un Crotone sceso in campo con qualche scelta tecnica rivedibile (Mogos?) e soprattutto defraudato del gol del pareggio che avrebbe potuto cambiare l’esito della partita. Il vento ha complicato la gara, il Catanzaro grazie alle folate ha colpito un palo in apertura, poi Biasci ne ha centrato un altro in pieno. Gomez poteva gestire meglio una respinta di Fulignati su staffilata di Mogos che allo scadere si perde Vandeputte che dal fondo mette in area per Iemmello che brucia Bove e il portiere del Crotone per l’1-0 e tutti negli spogliatoi. Ma proprio in quel momento ecco scoppiare una mezza rissa tra le panchine, tra addetti, dirigenti e chi altro c’era. Sedati gli animi la ripresa è iniziata con un Crotone più pimpante che si è reso pericoloso un paio di volte con delle rasoiate nel cuore dell’area. Si fa male un evanescente Kargbo e Tribuzzi da attaccante segna il gol del pari. Regolare diranno tutti e anche le immagini. Ma il primo assistente del direttore di gara sbaglia completamente una decisione facilissima da prendere facendosi trovare con la bandierina su, costringendo l’arbitro centrale ad annullare. Nervosismo a mille, fioccano le ammonizioni, soprattutto in casa Catanzaro che nella prossima partita avrà tre squalificati, e clima da caccia all’uomo. Poi ancora Vandeputte, spostato sull’altra fascia, riesce nell’assist a Curcio che segna il 2-0 e congela la partita. Lerda mette mano ai cambi, dentro anche Rojas che però richiama in panchina dopo appena 9 minuti a vantaggio di Bernardotto. Roba mai vista. «Non ascoltava le mie indicazioni» dirà alla fine il tecnico rossoblù che arriva in sala stampa nervoso e teso come una corda di violino e perdendo subito la calma alla prima domanda ricevuta e mettendo su uno show per il quale nessuno ne sentiva il bisogno.