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Crotone
Novembre,5,2024

Crotone – Nave Ogs “Explora” parte per l’Antartide

Partirà il prossimo 5 dicembre da Crotone, per raggiungere il Mare di Ross, in Antartide, a fine gennaio, la nave di ricerca Ogs “Explora”. L’obiettivo della spedizione scientifica è quello di studiare i cambiamenti climatici e la vulnerabilità del continente bianco. Di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste, l’Ogs Explora torna dopo dieci anni nel continente bianco per una nuova avventura scientifica e in una nuova veste. “L’Ogs Explora, unica nave italiana per la ricerca oceanica equipaggiata per acquisire dati anche in ambienti polari – spiega Maria Cristina Pedicchio, presidente dell’Ogs – ha ultimato un approfondito ciclo di riammodernamento e ora è dotata di standard di sicurezza e affidabilità ancora più elevati che in passato e di una maggiore funzionalità operativa grazie a nuovi strumenti all’avanguardia. Come per esempio, un nuovo e avanzatissimo sistema di mappatura del fondo marino e del sottosuolo: fondamentale per gli studi paleoclimatici che verranno condotti dai ricercatori” . “Per questa spedizione – aggiunge Franco Coren, direttore della sezione Infrastrutture dell’Ogs – saranno operativi a bordo della nave, per 24 ore al giorno e in isolamento dalla terraferma per sessanta giorni, 22 ricercatori e tecnici, 18 membri dell’equipaggio e un medico”. “Da Crotone – spiega – la nave farà rotta per il porto australiano di Hobart, dove arriverà a metà gennaio. Qui si imbarcheranno i ricercatori e le ricercatrici e dopo almeno 8 giorni di navigazione raggiungerà il Mare di Ross”. “Scopo scientifico della campagna di Ogs Explora in Antartide – geologo dell’Ogs Michele Rebesco, alla sua sesta spedizione in Antartide – è raccogliere informazioni geologiche dal fondo del mare e oceanografiche dalla colonna d’acqua, utili a validare i modelli che simulano lo scioglimento della calotta polare e il conseguente innalzamento del livello globale dei mari a causa dei cambiamenti climatici in atto”. L’intento – aggiunge – è cercare indizi nella colonna d’acqua e tracce nei sedimenti per capire la vulnerabilità attuale dell’Antartide, l’entità del ritiro dei ghiacci e monitorare lo stato di salute del Mare di Ross, che è una delle sorgenti principali dell’acqua Antartica.

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