Presto per dire quinta ondata. Difficile ancora classificare questa risalita dei casi Covid in Italia. Aumento che c’è, ma per ora concentrato in alcune aree del Paese. I dati sono troppo eterogenei per poter emettere già una sentenza e dare un’etichetta all’attuale situazione. Incidenza per 100mila abitanti più alta al centro-sud, in particolare in 8 regioni (Umbria, Puglia, Calabria, Marche, Basilicata, Lazio, Abruzzo e Toscana) mentre per ora va meglio il Nord con minore circolazione virale nelle tre maggiori regioni dove vivono quasi 20 milioni di persone (Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna). Questa l’analisi del presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, che ha fatto il punto sull’andamento dell’epidemia nel nostro Paese evidenziando anche segnali iniziali d’impatto sugli ospedali. Questo alla vigilia di un ulteriore cambio di colori delle regioni: con Lazio, Marche e Calabria, da oggi in zona bianca. Solo la Sardegna resta gialla. “Sino a quando la circolazione del virus rimarrà così elevata – dice Cartabellotta – ritengo una follia abolire l’obbligo della mascherina al chiuso”, che sarà in vigore fino al prossimo 30 aprile. Dello stesso avviso il consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi, per il quale andrebbe tenuta «almeno fino a giugno». Intanto in base al bollettino quotidiano del ministero della Salute il tasso di positività sale al 16,3%, in crescita rispetto al precedente dato.

