Tre regioni e una provincia autonoma vedono una crescita dei contagi da Coronavirus. Dieci sono le province in cui l’incidenza ha superato di molto il livello di allerta. E non è un caso che le zone degli incrementi maggiori siano anche quelle in cui sono andate in scena manifestazioni No vax. L’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute ha certificato la ripresa dell’epidemia in Italia e l’indice di contagio Rt ha superato quota 1. Anche se l’allarme non si è ancora trasferito agli ospedali: «Tengono grazie alla vaccinazione. Abbiamo dati buoni, siamo all’86,5% di prime dosi somministrate. Avere una copertura alta fa sì che, a fronte di una nuova ondata, le terapie intensive abbiano un numero di ricoveri contenuto», ha detto sabato il ministro della Salute Roberto Speranza. Le regioni o province autonome in cui l’epidemia è in chiara ripresa sono quattro: Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Calabria e Bolzano. Due dei tre parametri (cioè occupazione dei posti letto e terapie intensive) sono vicini alla soglia. Il Corriere della Sera segnala che in Friuli-Venezia Giulia i reparti ordinari sono al 7,7% e le rianimazioni al 9,1%. A Bolzano 11,6% ma nelle terapie intensive l’occupazione è al 3,8%. In Calabria c’è il problema delle strutture inadeguate: i reparti ordinari sono al 10,2%, le rianimazioni al 4,7%. Nel Lazio 7,7% in area medica e 9,1% in rianimazione. Molise, Piemonte e Umbria sono le regioni con i più alti tassi di vaccinazione e anche quelle con ricoveri inferiori alla media rispetto al dato nazionale. “Se i reparti ospedalieri tengono non scatteranno misure e sarà un Natale normale. Se invece i ricoveri salgono scatteranno le misure nei territori, in base al sistema dei colori” ha detto il Ministro. Con il giallo tornerebbero le mascherine all’aperto e il limite di 4 a tavola al ristorante. L’inverno è la stagione più insidiosa perché si sta più al chiuso, quindi prudenza totale, indossare le mascherine e rispettare il distanziamento.