“Anche nel 2021 sono stati emessi vari atti di contestazione di responsabilità riguardanti la sanità (mala sanità) per notevoli importi”. Lo scrive il procuratore regionale della Corte dei Conti, Maria Anita Rachele Aronica, nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario della magistratura contabile calabrese. “Si deve constatare ancora – si legge nella relazione – il frequente ricorso, da parte dei creditori delle aziende sanitarie e in particolare degli enti accreditati, allo strumento della cessione di credito a società deputate istituzionalmente al recupero crediti, senza però che il credito sussista o perché già pagato o perché non esistente, per di più talora anche sovrastimato. Spesso si tratta di prestazioni extrabudget che possono essere riconosciute solo a determinate condizioni, in assenza delle quali il presunto credito non esiste. Talora si è fatto ricorso a transazioni, soddisfacendo per la seconda volta crediti già saldati, anche in questo caso per somme elevate. Ancora sono stati corrisposti abnormi importi per svariati milioni per interessi, rivalutazione e spese di giudizio, a seguito di decreti ingiuntivi non opposti. In particolare – rileva il procuratore regionale della Corte dei Conti – la Guardia di Finanza ha accertato che sistematicamente nel corso degli anni l’Asp di Reggio Calabria dapprima non si costituiva nei giudizi di opposizione ai decreti ingiuntivi promossi dai vari creditori e successivamente non procedeva al pagamento nonostante i titoli esecutivi passati in giudicato. In tal modo la spesa lievitava ulteriormente”. In definitiva – sottolinea la relazione della Procura contabile calabrese – “in materia sanitaria sono state emesse citazioni per svariati milioni, per circa 45 milioni per i duplici pagamenti, per somme non dovute o per interessi. Se si aggiunge anche la contestazione provvisoria per vicende analoghe si giunge a 49 milioni. Se si considerano poi le altre citazioni in materia sanitaria per oltre 16 milioni, si arriva alla somma di oltre 65 milioni”.