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Crotone
Novembre,16,2024

CORONAVIRUS, CROTONE: 14 I CASI POSITIVI. ALTRI DUE IN VALUTAZIONE

di Antonio Capria
Ci sono 14 casi positivi al Coronavirus accertati nella Provincia di Crotone, su oltre 70 tamponi effettuati, 12 effettuati soltanto oggi su pazienti sintomatici. Due casi sono in fase di valutazione. Tra questi c’è chi rientra da residenze universitarie, chi ha viaggiato al Nord per lavoro, con ogni probabilità la maggior parte dei soggetti positivi ha contratto il contagio fuori dalla Calabria. A spiegarlo in conferenza stampa i vertici dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Crotone, che hanno fatto il punto sull’incremento dei casi sul territorio di competenza. Assente il commissario straordinario Gilberto Gentili, risultato positivo al Covid-19 ed ora in isolamento domiciliare, ad incontrare i giornalisti sono stati il direttore amministrativo Francesco Masciari e il direttore sanitario Massimo D’Angelo, per placare l’allarmismo diffuso nella popolazione dopo il caso di ricovero di un operatore sanitario del pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio”. “La situazione è stata efficacemente contenuta dai nostri dirigenti ospedalieri – ha spiegato il direttore amministrativo Masciari – abbiamo proceduto all’effettuazione di 26 tamponi sui cosiddetti contatti stretti, vale a dire su soggetti che hanno avuto contatti ravvicinati e continuati nel tempo sia in ambiente lavorativo che in ambiente familiare. I tamponi sono stati già spediti al centro di riferimento che è il laboratorio analisi dell’Ospedale ‘Pugliese-Ciaccio di Catanzaro’ e avremo gli esiti entro la mezzanotte di oggi, da lì capiremo se il caso resterà isolato o ci saranno altre positività. Nella giornata di oggi abbiamo eseguito complessivamente 26 tamponi ospedalieri e altri 12 tamponi sul territorio, quindi complessivamente 38 esami clinici di cui si attendono gli esiti. Sull’aumento dei casi sul territorio potremo dare i dati dopo la mezzanotte. I dati attuali che riguardano l’azienda sanitaria di Crotone sono sostanzialmente in linea con il trend delle regioni meridionali. Non parlerei in termini allarmistici rispetto alla sindrome Coronavirus. Tuttavia la direzione strategica dell’azienda, compreso il dottore Gentili che anche se in isolamento partecipa a tutte le decisioni strategiche, ritiene di doversi muovere ipotizzando scenari di massima allerta, il cosiddetto ‘danno catastrofico’ come viene chiamato in letteratura scientifica. Sono in corso tutta una serie di attività in collaborazione con la Regione Calabria per dotare tutto il nostro territorio provinciale per avviare attività sanitarie che possano contenere al massimo la espressione possibile di questa sindrome”
“Ad oggi nella nostra Asp sono stati evidenziati 14 casi di soggetti positivi – ha spiegato il direttore sanitario D’Angelo – e di questi due sono ricoverati a Catanzaro, e quattro a Crotone, di cui due nel reparto di malattie infettive nell’area destinata per la gestione dei pazienti con Coronavirus, uno in un reparto che è stato allestito ieri ad hoc per il Covid-19, che può assicurare prestazioni assistenziali in regime di ricovero per quei casi in cui le condizioni cliniche rendano necessario il ricovero in forma ordinaria, un caso risulta essere in questo momento in terapia intensiva. Ci sono altri due casi, rientranti tra i casi di isolamento domiciliare, oggetto di valutazione nella tenda pre-triage. In seguito alle valutazioni cliniche e agli esiti degli esami diagnostici verrà indicato l’isolamento domiciliare ovvero il ricovero in ospedale. La strutturazione di un’area dell’ospedale ad hoc si è ritenuta necessaria anche nella previsione di un aumento dei casi, che si sta evidenziando in queste ore, ma noi siamo in una condizione che ci deve portare ad una pianificazione ulteriore delle attività in virtù degli scenari eventuali ipotizzati”. Il direttore sanitario ha quindi invitato la popolazione ad un senso di responsabilità: “Più si sta a casa più si riduce il rischio di trasmissione della patologia, più si hanno contatti maggiore è la possibilità di diffusione”. “Sono 294 le persone oggetto di sorveglianza sanitaria attiva e sono 476 i soggetti che sono stati schedati e sono oggetto di valutazione con isolamento domiciliare o fiduciario”, ha spiegato D’Angelo, che ha invitato a evitare “fenomeni di migrazione” che aumentano il rischio di diffusione del virus. “Questo fa capire – ha aggiunto Masciari – come i nostri servizi siano fortemente interessati e ci sia una strategia globale nella gestione. Siamo pronti ad attivarci per soluzioni ulteriori che ci possano consentire di gestire un eventuale afflusso massiccio presso la nostra Asp. Bisogna prevedere scenari a vari livelli di complessità assistenziale – ha spiegato D’Angelo – perché la sottostima dei fenomeni non va mai bene, né va bene l’allarmismo perché l’allarme sociale è una condizione che crea solo panico e spesso non è giustificato. Vanno fatte delle valutazioni di impatto epidemiologico che ci consentano di descrivere degli scenari per valutare soluzioni operative che consentono di gestire nella forma emergenziale migliore i casi di patologia di carattere infettivo e diffusivo”. Quanto all’effettuazione dei tamponi, il direttore sanitario ha spiegato che l’esame “va fatto secondo le linee guida. L’applicazione del tampone va fatta a soggetti che sono stati a stretto contatto con casi positivi e che manifestino sintomi correlabili al caso iniziale e che abbiano sintomi compatibili, o su figure strategiche la cui assenza può minare la salute del territorio. Non si può pensare ad effettuare tamponi di massa, che non hanno giustificazione epidemiologica. Non è un problema di costi ma di appropriatezza. Oggi praticheremo 12 tamponi su soggetti che hanno sintomi compatibili, per avere una conferma del caso. Non sono una pratica appropriata per fare uno screening sulla popolazione generale”. Gli effetti delle misure per evitare la diffusione del contagio, ha spiegato D’Angelo, “sono da valutarsi ex-post, perché l’incubazione della malattia dura 14 giorni e quindi una misura adottata oggi non può consentire di avere effetti su oggi stesso”.
Sulla proposta di collaborazione avanzata nei giorni scorsi dalle strutture della sanità privata, Masciari ha spiegato che “in prima battuta il sistema regionale della sanità calabrese ha ritenuto opportuno fare affidamento sulle forze della sanità pubblica. E’ stata emanata ieri una manifestazione di interesse per il reclutamento di medici di diverse specialità su base regionale da destinare ai reparti Covid-19 dei singoli ospedali calabresi. Come Asp di Crotone abbiamo disposto l’assunzione di 15 nuovi infermieri a tempo determinato sempre dedicati all’emergenza Covid. Rimaniamo sempre in una situazione di sostanziale emergenza per quanto riguarda il personale, ma questo già avveniva prima del Covid che ha in qualche modo aggravato una carenza cronica di personale medico, infermieristico e di oss. Dal nostro punto di vista abbiamo avanzato una proposta di utilizzazione di alcune strutture private accreditate sul territorio crotonese, ritenendo che l’istituzione diretta, chiavi in mano, di un ospedale Covid, dotato già di reparti di terapia intensiva e subintensiva e di degenze da dedicare ai pazienti affetti da coronavirus, fosse una soluzione rapida ed efficace, sicuramente rispondente alle esigenze di massima allerta ipotizzabile che potrebbero riguardare il nostro territorio. Siamo in attesa ora di interlocuzioni con la Regione Calabria, con rispetto assoluto dei ruoli perché nessuno può consentirsi fughe in avanti, perché bisogna lavorare in rete”.
Sul problema della disponibilità di dispositivi di protezione individuale da fornire al personale sanitario, Masciari ha spiegato che si tratta di un problema nazionale e non solo dell’azienda crotonese. “Abbiamo fornito di dispositivi di protezione i reparti che sono prima linea per il trattamento del coronavirus. E’ chiaro che l’azienda sanitaria, in presenza di scorte sono ridottissime e in una logica emergenziale, non può assicurare la fornitura di dispositivi ad altre categorie sanitarie che non sono in prima linea. Dobbiamo tutelare innanzitutto chi ha contatti costanti e diretti con pazienti covid. Come azienda ci stiamo muovendo alacremente sui mercati anche esteri per recuperare quantitativi di questi dispositivi, soprattutto mascherine chirurgiche e mascherine Ffp2, e nella prossima settimana dovremmo avere qualche buona notizia, un approvvigionamento che ci renderà autosufficienti per un paio di mesi”.

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