“Non temo affatto di essere indagato” perché “ho agito in scienza e coscienza. Mi sono subito messo doverosamente a disposizione dei magistrati per informarli sulle circostanze di cui sono a conoscenza”. E’ il premier Giuseppe Conte, in un’intervista pubblicata oggi su ‘La Repubblica’, a rispondere così alla domanda su possibili timori di finire indagato per epidemia colposa dopo il colloquio di oggi con i pm nell’ambito dell’inchiesta sulla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro. E alla domanda se oggi farebbe zona rossa quei due comuni, “no, rifarei tutto quello che ho fatto perché come ho detto ho agito in scienza e coscienza”, risponde Conte. Quanto agli Stati generali “non sarà una sfilata o una passerella: non ne abbiamo bisogno, il Paese non ci consente di fare kermesse di sorta. Tra l’altro, la dotazione finanziaria europea no è un tesoretto che il governo spende liberamente ma una grande responsabilità da condividere con tutte le forze. E per questo voglio assoldare singole personalità e le migliori energie del Paese”. “Dopo gli Stati generali, richiamerò – prosegue – ministri e partiti della maggioranza e avremo un piano condiviso dell’azione di governo. Sarà più ampio del solo recovery plan e collegato al Piano nazionale delle riforme. Avrà – assicura Conte – una forza incredibile”.