Anche la Chiesa, con l’Agenzia radiofonica della Cei, scende in campo per aiutare il bambino di 5 anni della Costa D’Avorio, Cisse Namory Cheik, sbarcato da solo, sabato scorso a Corigliano dalla nave tedesca con oltre 900 migranti, per ritrovare il suo papà che si trova in Francia. Domani mattina infatti Radio InBlu Agenzia radiofonica della Conferenza episcopale italiana ospiterà in diretta telefonica il delegato della Regione Calabria per la tutela e promozione dei diritti umani e fondatore del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che ha reso noto e sta seguendo personalmente da vicino, insieme al Governatore calabrese, Mario Oliverio, e al delegato della Regione, per l’Immigrazione, Giovanni Manoccio, questa triste, drammatica e commovente vicenda umana. Corbelli, dai microfoni della radio della Cei, racconterà e farà conoscere nel mondo tutta la storia di questo bambino e lancerà un appello alle autorità francesi e libiche, i due paesi dove si trovano il papà (in Francia) e la mamma (in Libia) del piccolo ivoriano. Continua intanto la ricerca in Francia del padre del piccolo Cisse. Il bambino intanto è stato da sabato preso in affido provvisorio dalla famiglia di un bravo ispettore di polizia che vive a Rossano. La triste storia di questo bambino, resa nota da Corbelli, ha profondamente colpito e commosso tutti. “Il piccolo ivoriano per il trauma subito continua purtroppo ad avere difficoltà ad addormentarsi e piange. Vuole poter riabbracciare il suo papà e la sua mamma. E’ questo il suo desiderio e il suo sogno”, afferma Corbelli in una nota dell’Ufficio stampa della giunta regionale. “Ieri – prosegue Corbelli – il bambino è stato portato anche al mare dalla famiglia del poliziotto che lo sta ospitando, che ho chiamato e ringraziato per questo esemplare gesto di accoglienza e solidarietà. Sono contento di aver avuto l’occasione di sentire e salutare al telefono il piccolo Cisse. Qualche parola in francese per un breve saluto e un messaggio di grande affetto”. Corbelli ha reso noto di essere in contatto con l’Ong, che sta seguendo il caso di questo bambino. “Aspettiamo di avere assai presto la bella notizia dell’individuazione del papà del bambino. Lo si sta cercando in queste ore in Francia. Siamo pronti a farlo arrivare subito in Calabria, a Rossano per fargli riabbracciare il suo figlioletto. Speriamo di riuscire al più presto a rintracciare il padre del piccolo Cisse. Il bambino ivoriano aveva con se un biglietto con dei numeri di telefono. Si spera ci possa essere anche quello del padre. Ribadisco che ci serve per questa ricerca l’aiuto della stampa. Il nostro impegno è rivolto anche all’individuazione del campo lager dove si trova ancora rinchiusa la mamma del bambino. Pare infatti che questi criminali la tengano rinchiusa in un campo lager in Libia perché non ha i soldi per pagarsi il viaggio. E pare che proprio la madre, di nascosto dagli stessi scafisti, con un gesto coraggioso, abbia affidato ad alcuni compagni di viaggio il suo bambino per portarlo su un barcone con la speranza che una volta giunto in Italia potesse poi ritrovare e riabbracciare il suo papà. Salvatemelo, avrebbe detto, abbracciandolo e piangendo. Portatelo con voi alla ricerca del papà. Spero e prego un giorno di poterli tutti e due riabbracciare”. Il piccolo Cisse, per fortuna, ce l’ha fatta ad arrivare in Italia. Adesso aspetta di incontrare il suo papà. La mamma non lo sa. Faremo di tutto per informarla e per, speriamo, poterla presto fare arrivare anche lei in Italia dal suo bambino”.