La brutta storia del cane Angelo, seviziato e ucciso per divertimento da alcuni ragazzi nel 2016 a Sangineto (CS), è di quelle che non si dimenticano. A due anni la triste vicenda di distanza diventa un cortometraggio di Angelo Dalfino, regista che vive tra Los Angeles e l’Italia. La storia di Angelo ebbe un grande impatto mediatico, rilanciando il dibattito sulla necessità di un maggiore sforzo per la repressione dei reati contro gli animali e sul progetto di inasprimento delle pene contro chi commette quei reati. Il giudice di Paola chiamato ad esprimersi sui protagonisti di quell’assurdo gesto non ci andò leggero e comminò una pena di 16 mesi di reclusione. La pellicola, “Angelo, vita di un cane di strada”, che ha il patrocinio della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, a cui saranno devoluti i potenziali ricavi, sarà presentata nelle prossime settimane. Ora, per come racconta lo stesso regista al Corriere della Sera, si tratta di “un progetto nato dal cuore”. “Alla base di tutto c’è la passione per la causa, per gli animali e per il filmmaking. Ma ciò che mi ha spinto a scrivere, cercare finanziamenti e partner e infine dirigere la storia di Angelo è stata la volontà di combattere un tremendo senso di impotenza e di rabbia che la vicenda aveva suscitato in me. Un modo, insomma, per esorcizzare il dolore – conclude Dalfino – attraverso il ricordo e il cinema”.