“Siamo sicuramente davanti ad una situazione preoccupante, pero’ allo stato non posso dire di piu’ sullo sviluppo delle indagini”. Non aggiunge altro – al termine della riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di Vibo Valentia – il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, sull’autobomba costata ieri la vita a Matteo Vinci, 42enne di Limbadi, mentre il padre Francesco si trova ricoverato nel reparto “Grandi ustioni” dell’ospedale di Palermo. Dal canto suo, il questore di Vibo, Filippo Bonfiglio, ha ribadito l’impegno delle forze di polizia in tutto il Vibonese, atteso che “le modalita’ con cui la criminalita’ organizzata gestisce i propri affari in questa provincia sono estremamente variegate e quindi l’azione investigativa deve essere intelligente, costante e professionale”. Il prefetto di Vibo, Guido Longo, ha invece spiegato di aver incontrato “polizia e carabinieri per fare il punto della situazione ed arrivare a fare luce su quanto avvenuto a Limbadi. Peraltro ieri c’e’ stata un’operazione importante della polizia – ha aggiunto il prefetto – ma non abbiamo potuto gioire perche’ questo e’ un territorio dove un minuto dopo succede un fatto grave. E’ stata arrestata dai carabinieri una persona per detenzione abusiva di armi che e’ il marito della sorella dei Mancuso e quindi andiamo avanti con l’attivita’ investigativa coordinata dalla Dda e dalla Procura di Vibo”.