È morto Oliviero Toscani: lo ha annunciato la famiglia in un breve comunicato stampa.
“Con immenso dolore diamo la notizia che oggi, 13 gennaio 2025, il nostro amatissimo Oliviero ha intrapreso il suo prossimo viaggio. Chiediamo cortesemente riservatezza e comprensione per questo momento che vorremmo affrontare nell’intimità della famiglia. Kirsti Toscani con Rocco, Lola e Ali”, si legge nella nota firmata dalla moglie Kirsti e dai figli.
Il fotografo della luce, del colore, della creatività, sempre fuori dagli schemi, che anche nella malattia ha seguito la sua strada di denuncia, è morto, all’età di 82 anni, nell’ospedale di Cecina, dove era stato ricoverato il 10 gennaio per l’aggravarsi delle sue condizioni.
In sessant’anni di carriera ha parlato di razzismo, religione, sesso, fame, pena di morte, guerra, anoressia, violenza.
Le fotografie, usate come armi di denuncia, sono sempre state più forti di qualsiasi slogan.
Oliviero Toscani curò anche la campagna pubblicitaria della Regione Calabria, voluta nel 2007 dall’aalore presidente Agazio Loiero.
Una serie di messaggi crudi: Terroni?, Malavitosi?, Incivili?, I peggiori?, Gli ultimi della classe?, Inaffidabili? Sì, siamo calabresi…
Una campagna che più che provocare creò polemiche, una campagna che è stata dimenticata da tutti.
Il rapporto di Toscani con la Calabria fu segnato anche da quanto avvenne nel 2016 a Vibo Valentia dove, nel corso dell’inaugurazione della mostra fotografica “Razza umana”, Toscani negò una foto ricordo ad un giovane, l’allora studente diciottenne Vittorio Sibiriu, figlio di un carabiniere, giustificandosi che il ragazzo, potenzialmente, poteva appartenere ad una famiglia mafiosa.
Il giovane denunciò il fotografo che fu condannato nel 2022, dal Tribunale di Vibo Valentia, ad otto mesi di reclusione ed al pagamento di una multa di 3.000 euro.
Da due anni – come aveva rivelato in un’intervista choc al Corriere della Sera il 28 agosto scorso – soffriva di amiloidosi: “In un anno ho perso 40 chili. Neppure il vino riesco più a bere: il sapore è alterato dai medicinali”, raccontava, spiegando di sottoporsi a una cura sperimentale e di non temere la morte.