“Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato”, ha una storia unica e affascinante come, del resto, il suo protagonista. Il documentario del concerto che Faber tenne con la Premiata Forneria Marconi a Genova il 3 gennaio del 1979, con la regia di Walter Veltroni, quasi miracolosamente si potrà vedere in 370 sale cinematografiche italiane il 17, 18 e 19 febbraio prossimi. Sono le uniche immagini di quella tournée che sono tornate alla luce grazie a un’intuizione del batterista della Pfm, Franz Di Cioccio (“io non compaio, ma non me ne frega niente, l’importante è che tutti possano vederlo”, ha detto). Di Cioccio si rammaricava con qualcuno perché non esistevano immagini di quel tour e gli venne risposto: “Guarda che ci sono”. Si arriva quindi a Piero Frattari, regista ed ex cameraman che è andato a scovarlo nel suo archivio tra oltre 40mila cassette. Un lungo, paziente lavoro di restauro (le immagini erano girate da una sola telecamera e le luci non erano affatto delle migliori) ha fatto il resto. “Il ritrovamento di quelle cassette – ha spiegato l’ex sindaco di Roma – e la loro rigenerazione, specie nello spettacolare audio 5.1, consentono a tutti di fruire della testimonianza di uno dei tour più importanti della storia della canzone italiana di quegli anni”. Perché quel concerto ha unito due mondi e pubblici musicalmente diversi, il cantautorato italiano e il rock, in un periodo, anche storicamente convulso, in cui i generi musicali sembravano compartimenti stagni in Italia. Ed è Di Cioccio, che qualche mese prima fece visita a De Andrè a Nuoro e riuscì a vincere la sua ritrosia ad andare sul palco, a raccontare come ci riuscirono. “C’erano due pubblici – ha raccontato -, separati. Noi cominciavamo ogni brano con un’introduzione solo strumentale poi arrivava lui con la sua voce: ‘Questa di Marinella è la storia vera’. Ed entrambi i pubblici applaudivano”. Il documentario ha emozionato Dori Ghezzi, vedova di De Andrè, che pure gli si era avvicinata con un poco di timore: “In realtà – ha spiegato – ho scoperto che su quel palco c’era quella naturalezza, che forse deriva dalla consapevolezza di non essere ripresi e quindi non c’era la necessità di fare del proprio meglio ma lo facevano per il piacere di farlo”. “Era come se Fabrizio e la Pfm avessero sempre suonato insieme”, ha aggiunto. Poi un aneddoto, a dimostrazione di quanto Faber sia ancora attuale, ottant’anni dopo la sua nascita. “Due anni fa ero a Roma – ha raccontato – e una bambina di cinque mi ha cantato per intera ‘La Guerra di Piero’. Poi mi ha fatto una sola domanda:’Cos’è un cadavere?'”. Nel docufilm “Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato”, prodotto da Sony Music con Except, trovano spazio La canzone di Marinella, Andrea, Il testamento di Tito, Un Giudice, Giugno ’73, La guerra di Piero, Amico fragile, Zirichiltaggia, Rimini, Via del campo, Avventura a Durango, Bocca di rosa, Volta la carta, Il pescatore. Tutte arricchite dai testi scritti a mano da Faber, che scorrono sullo schermo mentre si dipana il concerto.
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