Nella corsa agli Oscar Apple ha battuto Netflix e i servizi in streaming hanno sbaragliato le major: “I Segni del Cuore – Coda” uscito sulla tv della mela col morso dopo aver debuttato l’anno scorso al Sundance Festival ha portato a casa la statuetta più ambita, quella per il miglior film, contro “Il Potere del Cane” prodotto dal colosso di Los Gatos. Ma è stata anche la serata di Jane Campion, la terza donna nella storia degli Oscar a vincere come regista per quel western atipico arrivato alla vigilia dei premi con ben 12 nomination, vincendone 1. E’ stata la rivincita su Steven Spielberg, candidato per “West Side Story” che le aveva sottratto il premio quando era entrata in cinquina per “The Piano”. Will Smith ha rubato la scena: un pugno in diretta al comico Chris Rock che aveva ironizzato sulla testa rasata di sua moglie Jada Pinkett (che invece soffre di alopecia da tempo). E’ intervenuta la censura ma chi sa leggere le labbra ha colto l’insulto, a riprova che non era uno sketch programmato. Il protagonista di “King Richard – Una scelta vincente” si e’ poi scusato tra le lacrime a pioggia accettando l’Oscar per il miglior attore: “L’arte imita la vita: sembro il padre pazzo, come dicevano di Richard Williams, un feroce difensore della sua famiglia. L’amore ti fa fare pazzie”. La 94esima edizione degli Oscar ha deluso l’Italia: sono rimasti fuori Paolo Sorrentino che correva per il miglior film internazionale con “E’ Stata la Mano di Dio” e ha perso contro il giapponese “Drive My Car” di Ryusuke Hamaguchi. Non ce l’hanno fatta neanche Enrico Casarosa per il cartone animato “Luca” (impossibile battere “Encanto”) e Massimo Cantini Parrini dei costumi di “Cyrano”, battuto da Jenny Beavan di “Crudelia”. Tanti temi sono venuti alla ribalta: la disabilità in primo luogo, e poi i diritti Lgbtq evocati da Jessica Chastain vincitrice (con standing ovation di tutto il teatro) come migliore attrice per “Gli Occhi di Tammy Faye” nel ruolo di una telepredicatrice popolarissima negli anni Ottanta che, in controtendenza con l’ortodossia della destra religiosa negli anni dell’Aids, si era presa a cuore la causa dei gay.

