È un momento di cambiamento per la tv digitale terrestre. Il nuovo anno si è aperto nel segno dello switch off per tutto il nord Italia. Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna hanno terminato il processo di refarming delle frequenze. Ora tocca alle Marche dove le operazioni si concluderanno il 6 aprile. L’8 marzo, poi, le tv nazionali hanno attivato la nuova codifica Mpeg-4, che consente di vedere i programmi in alta qualità solo per chi ha un televisore che supporta questa tecnologia o ha acquistato un decoder. Una ‘turbolenza’ che ha scatenato una vera e propria caccia all’antennista, soprattutto tra gli anziani che hanno poca dimestichezza anche con una semplice risintonizzazione. Moltissimi italiani, in particolare, stanno riscontrando problemi con la visione dei 24 telegiornali regionali Rai, in onda su Rai3. O non li vedono più, oppure vedono quello di un’altra regione confinante. Stefano Ciccotti ha ricoperto per 17 anni il ruolo di amministratore delegato di RaiWay. “Siamo in mezzo al guado e ancora non possiamo offrire su tutti i canali la qualità che vorremmo. Questo percorso finisce con la definitiva cessazione della codifica Mpeg-2. A quel punto recupereremo banda per offrire tutto il bouquet Rai sostanzialmente in alta definizione. Poi bisognerà prendere una decisione industriale. E far partire il Dvb-T2 con le sue grandi potenzialità, ma essendo preparati almeno sul breve periodo ad una perdita di ascolti in attesa che gli italiani si mettano al passo con la nuova tecnologia. Ma la fame di frequenze delle tlc è destinata ad aumentare. I pessimisti già raccontano che tra 5-6 anni saremo costretti ad un’altra riduzione di frequenze”. Col digitale terrestre, insomma, bisogna imparare a convivere con gli switch off.