Gli svizzeri votano oggi per decidere se vietare la pubblicità dei prodotti del tabacco e, in un altro referendum, tutti i test sugli animali. Le urne sono state aperte alle 10 ma la maggior parte delle persone ha già votato per posta. Secondo gli ultimi sondaggi, è molto probabile che passi il divieto di pubblicizzare sigarette e altri prodotti. Anche se gli oppositori dell’iniziativa, tra i quali il governo e Philip Morris International – la più grande azienda di tabacco del mondo, che, come British American Tobacco e Japan Tobacco, ha sede in Svizzera e ha contribuito a finanziare la campagna per il ‘no’ – sostengono che sia “estrema”. Ha poche chance di passare, invece, il bando per tutti i test sugli animali. Partiti, parlamento e governo si oppongono, avvertendo che un divieto del genere avrebbe conseguenze disastrose per la ricerca medica. Le autorità svizzere insistono sul fatto che il Paese abbia già una delle leggi più severe al mondo per i test sugli animali. Dagli anni ’80 il numero di cavie utilizzate nel Paese è diminuito dai quasi due milioni all’anno a circa 560.000. Tra gli altri temi su cui gli svizzeri dovranno pronunciarsi oggi, un pacchetto di misure a favore dei media, votato dal parlamento e contestato da un comitato referendario. Stando agli ultimi sondaggi, l’esito della votazione è incerto con favorevoli e contrari praticamente alla pari: 49% di “no” e 46% di “sì”. Il pacchetto da 150 milioni di franchi (circa 142 milioni di euro) prevede un’estensione del contributo della Confederazione alla copertura di parte dei costi derivanti dal trasporto dei giornali e delle pubblicazioni della stampa associativa, un sostegno per i media online e contributi alle emittenti radiofoniche e televisive che operano a livello regionale e locale. Il governo, schierato a favore della legge, sottolinea che dal 2003 sono scomparsi più di 70 giornali e che già oggi la Confederazione rende più economica la distribuzione a domicilio di giornali in abbonamento assumendosi una parte dei costi per il trasporto. Con la nuova legge, si vuole estendere questa agevolazione anche ai giornali con una tiratura ampia. Come in molti altri Paesi, anche in Svizzera, il settore mediatico soffre di un calo degli abbonamenti e delle entrate pubblicitarie che migrano verso le grandi piattaforme Internet.