In Italia, circa un contagio su quattro, il 24%, riguarda nell’ultima settimana la fascia di età sotto i 20 anni. In un mese i ricoverati tra gli under 19 sono 800 in più. L’incidenza sta aumentando drammaticamente e i vaccini non decollano: 340mila prime dosi, su un totale di 3 milioni e mezzo di bimbi. L’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità evidenzia un’impennata dell’incidenza nella fascia di età 6-11, anni che rappresenta all’incirca il 50% dei casi diagnosticati nell’intera popolazione tra 0 e 19 anni. Sulla base di questi dati dobbiamo preoccuparci? I centri Covid ospedalieri sono tutti pieni ma assistiamo ad un turnover accelerato: i bambini entrano più numerosi, ma vengono dimessi più rapidamente proprio perché le manifestazioni cliniche che richiedono l’ospedalizzazione sono meno severe rispetto alle precedenti fasi del Covid-19. Come riportato da varie Agenzie governative, non solo italiane, l’impressione è che Omicron sia molto più contagiosa ma con manifestazioni ciniche per fortuna meno severe. Anche in età pediatrica, si osserva un minor coinvolgimento a livello delle vie respiratorie basse mentre il coinvolgimento è molto maggiore nelle vie respiratorie alte, quindi a livello laringeo. I bambini si presentano soprattutto con naso che cola, laringite, mal di gola e febbricola. Talvolta invece anche questi sintomi sono seguiti da febbre e tosse importante. E in questo caso si può comprendere la preoccupazione dei genitori. Ecco perché è importante vaccinare i bambini: non per proteggere gli adulti, non per raggiungere l’immunità di gregge ma soprattutto per proteggere i bambini stessi.

