“La morte è solo l’inzio del secondo tempo” è una celebre frase di Lucio Dalla, uno dei migliori cantautori italiani, scomparso sette anni fa. Il primo marzo del 2012 è una data tristemente nota agli appassionati di musica d’autore perché ha segnato la morte improvvisa di Dalla per attacco cardiaco in un albergo di Montreux, la città del jazz, dove si era esibito la sera prima. Le sue canzoni profonde e intense, la sua voce straordinaria, la sua musica così ricercata che attingeva alle sue esperienze giovanili nel jazz (soprattutto nell’uso dello scat), il suo personaggio buffo e al tempo stesso delicato, con il cappello e la barba, lo rendono un artista fuori dal tempo, che ha lasciato un vuoto incolmabile nel panorama della musica italiana. Lucio era una persona schiva, riservata, ma anche vulcanica, allegra e positiva. Quando s’innamorava di qualcosa, di un paesaggio, di un’emozione, di una musica, cercava di tradurlo sullo spartito per trasmettere quella stessa sensazione al maggior numero di persone, riuscendo sempre a cogliere nel segno. Il primo a intuire il suo talento irregolare è stato Gino Paoli, che lo ha conosciuto nel 1963 a un Cantagiro dove Lucio suonava con i Flippers, un gruppo composto da Massimo Catalano,suo fratello Maurizio, Franco Bracardi, Fabrizio Zampa e Romolo Forlai. “Rimasi folgorato da Lucio e me lo tirai dietro per un sacco di tempo – ha dichiarato Paoli ad ‘Avvenire’- Per me era una sorta di elfo con una genialità e un talento talmente naturali che mi ero messo in testa di farlo emergere a tutti i costi come cantante. Aveva una totale capacità di inventarsi. Lui però, clarinettista che veniva dal jazz, non voleva assolutamente cantare. Io mi intestardii e feci bene”. Un altro incontro fondamentale è stato quello con il poeta Roberto Roversi, con il quale strinse un patto di esclusiva a partire dall’album Il giorno aveva cinque teste del 1973. La tumultuosa rottura con il paroliere costrinse Dalla a reinventarsi, a 34 anni, autore dei testi oltre che delle musiche, circostanza decisamente fortunata a giudicare dalla clamorosa trilogia formata da Come è profondo il mare (1977), Lucio Dalla (1979) e Dalla (1980), che gli ha garantito un posto di primo piano nella storia della canzone italiana. Nel 1979 Lucio ha portato per la prima volta la canzone d’autore negli stadi grazie al trionfale tour di Banana Republic con il collega e amico Francesco De Gregori. Un’esperienza che hanno riproposto, con identico successo, trent’anni dopo con sold out in tutta Italia nel 2010. Poco prima di morire, il cantautore bolognese stava lavorando nel 2012 a un nuovo progetto, che non ha mai visto la luce. Paolo Piermattei, responsabile editoriale e talent scout della Pressing Line, l’etichetta fondata da Dalla nel 2001, ha trovato cinque brani inediti un hard disk dell’artista bolognese, ai quali stava lavorando insieme ad altri nomi noti della canzone italiana. L’intenzione della Pressing Line, secondo quanto riportato da “Il Resto del Carlino” e “Quotidiano.net”, era quella di pubblicare quei 5 brani all’interno di un ricco box set celebrativo in occasione dei 5 anni della scomparsa di Lucio, quindi a marzo del 2017, due anni fa, ma il lavoro non ha ancora visto la luce per alcuni problemi di diritti d’autore, poiché le nuove canzoni erano il frutto del lavoro congiunto di altri artisti. Il 4 marzo Dalla avrebbe compiuto 76 anni, un ‘età in cui diverse pantere grigie del rock (si pensi ai glimmer twins Mick Jagger e Keith Richards o a Paul McCartney) sono ancora in piena attività. Lunedì sera, in occasione del compleanno del cantautore, il Teatro Comunale di Bologna ospiterà lo spettacolo Lucio Dalla – Quarant’anni dopo, per celebrare i quarant’anni dall’uscita dell’eponimo Lucio Dalla, uno dei dischi più importanti della storia della musica italiana. Un concerto tra musica e spettacolo con gli amici di sempre e i compagni di viaggio di Lucio: Gaetano Curreri, Luca Carboni, Ron, Francesco Gabbani, Marco Masini, Lo Stato Sociale, Giovanni Caccamo, Renzo Rubino, Iskra Menarini, Graziano Galatone e Riccardo Majorana. Le canzoni dell’album, nota dopo nota, parola dopo parola, scena dopo scena, avranno una dimensione completamente nuova grazie all’esecuzione dell’orchestra sinfonica del Teatro Comunale diretta dal Maestro Beppe D’Onghia. I 9 cantanti, chiamati ad interpretare le canzoni, con le loro diverse e particolari performances, renderanno omaggio alle melodie senza tempo di Lucio in una opera unica e irripetibile. Sul palco saliranno anche i musicisti che sono stati partecipi della colonna sonora dell’intera vita di Lucio Dalla: Maurizio Dei Lazzaretti, Teo Ciavarella, Gionata Colaprisca, Roberto Costa, Bruno Mariani, Massimo Sutera, insieme a Jimmy Villotti e Fio Zanotti. Caterina Gabrieli e Brian Boccuni saranno attori all’interno dello spettacolo che spazierà tra le arti, con immagini e animazioni di Stefano Cantaroni e Gabriel Zagni e una coreografia di danza creata da Alessio Vanzini. La serata sarà seguita in diretta da Radio1 Rai con lo speciale Così mi distraggo un po’, un viaggio tra ricordi ed emozioni condotto da Elisabetta Grande, Duccio Pasqua e Marcella Sullo, che raccoglieranno a caldo le testimonianze dei protagonisti della serata.